“Ulteriori prescrizioni saranno incluse nei provvedimenti di assoggettamento a tutela dell’area interessata dal rinvenimento a seguito di avvio del procedimento di dichiarazione di cui agli articoli 12 e 13 del decreto legislativo 42/2004 che è intenzione di questa Soprintendenza intraprendere al termine delle indagini complete dell’edificio la cui estensione ricade anche in area non ricompresa tra quella di proprietà di Snam Rete Gas”.
Riporta quanto affermato dalla Soprintendenza per l’archeologia, belle arti e paesaggio della provincia dell’Aquila il Gruppo di Intervento giuridico che in merito all’area sita in località Case Pente interessata dalla centrale di compressione Snam sarà oggetto di vincolo culturale.
Intervento comunicato dalla Soprintendenza in risposta all’istanza che l’associazione ecologista aveva inoltrato lo scorso 28 maggio per chiedere l’adeguata tutela di una zona soggetta alla realizzazione del progetto incompatibile con le caratteristiche del territorio. Incompatibilità dimostrata anche da quanto asserito dalla stessa Soprintendenza che nella risposta al GrIG precisa che “in seguito alle indagini eseguite avviate a marzo 2023 nell’area in località case Pente è stato individuato un edificio rustico al momento parzialmente riportato alla luce” il quale, per disposizione della stessa Soprintendenza, va tutelato e conservato “mediante l’integrale mantenimento in situ”.
Non resta dunque che attendere, continua l’associazione ecologista, l’esito delle analisi ancora in corso per conoscere quali saranno le “ulteriori prescrizioni di assoggettamento a tutela dell’area interessata dal ritrovamento”. Misure che la Soprintendenza “intende intraprendere su un’area da tutelare con il vincolo culturale” perché, come riporta la nota dell’ente provinciale “i beni archeologici, una volta riportati alla luce sono tutelati per legge e sottoposti alle misure del codice dei beni culturali, anche in assenza di un provvedimento espresso”.
Oggetto di interessamento da parte della Soprintendenza una zona nella quale nel corso del tempo sono state rinvenute già dagli anni ’60 e ’70 diverse sepolture di epoca romana e la famosa iscrizione dei Callitani oggi conservata nel museo archeologico di Sulmona. Un’area per la quale negli anni scorsi l’allora soprintendenza per i beni archeologici per l’Abruzzo aveva espresso parere negativo per l’apertura di una cava in località Case Pente “in quanto i lavori di estrazione verrebbero ad interferire pesantemente con un complesso archeologico fra i più importanti e inediti dell’area Peligna che cela i resti di un insediamento vasto e articolato, con tracce della viabilità, dell’abitato e della necropoli”.
Grande la soddisfazione del Gruppo di intervento giuridico per un vincolo che si spera impedirà lo stravolgimento di un sito dove la Snam intende realizzare la centrale di compressione del gas naturale a servizio del cosiddetto “gasdotto dei terremoti”.
Il vincolo probabilmente non fermerà la centrale, ma probabilmente causerà una modifica della planimetria e del progetto, con la necessità di spostare verosimilmente alcuni impianti per salvaguardare l’area interessata. La Snam, d’altronde, sta lavorando a stretto rapporto con la Soprintendenza e da subito si è mostrata disponibile a valorizzare eventuali siti archeologici. Ora bisognerà capire, al termine degli scavi, quanto sarà estesa quest’area. Per cominciare a mettere i mattoni, però, ci vorrà almeno più di un mese, tenuto conto che c’è ancora un ricorso pendente al Tar che si discuterà a fine luglio.
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E ora come fanno a prendere tutti quei bei soldacchioni di affitto per le terre di qualcuno ???
Speriamo
Non si faccia MAI sta centrale
Vermi e servi
Di chi sono?