L’esplosione, il crollo e le grida. Sono tre le vittime accertate, secondo quanto riferito dai soccorritori, all’interno della “Sabino Esplodenti” di Casalbordino, luogo di una deflagrazione questa mattina, attorno alle 12:30. A perdere la vita nello stabilimento sono tre operai rispettivamente di Lanciano, Casalbordino e Palata. L’esplosione nella fabbrica di smaltimento e recupero di polvere da sparo da bonifiche ha causato anche diversi feriti.
Lo stesso stabilimento è stato teatro di un incidente simile il 21 dicembre 2020. Anche allora tre operai persero la vita: Carlo Spinelli (54 anni), Paolo Pepe (45 anni) e Nicola Colameo (46 anni) perirono a causa dell’esplosione per autocombustione di una cassetta di razzi di segnalazione per il soccorso marittimo. Ma non sono due casi isolati. Nella fabbrica, nel 1992, muore a causa dell’innesco di una spoletta il 48enne Bruno Molisani. Nel 2009 due persone rimangono ferite gravemente e tra il 2012 e il 2017, altre cinque volte si è sfiorata la tragedia in eventi classificati dall’azienda come “quasi incidenti”.
Dieci gli indagati accusati tra l’altro di omicidio colposo plurimo aggravato, in quanto «commesso con la violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro», e disastro colposo. L’udienza preliminare era fissata per domani 14 settembre.
Quanti altri morti dobbiamo aspettare prima di chiudere questa fabbrica?o perlomeno di metterla in sicurezza?