Un ufficio doveva essere aperto anche a Sulmona, così avevano annunciato l’amministrazione comunale e anche quella regionale, ma il fuoco di Casa Italia sembra essere sempre più un fuoco di paglia. A dare una spallata al progetto, che vede Sulmona tra le dieci città scelte nell’esperimento pilota per la prevenzione sismica, è stato il governo Conte che il 2 luglio scorso con l’approvazione del primo decreto gialloverde ha sostanzialmente soppresso il dipartimento ministeriale di Casa Italia.
La struttura che aveva previsto in organico sette dirigenti e venti funzionari, insomma, è stata cancellata con un colpo di spugna: le competenze, fermo restando la dotazione economica della legge (2,5 milioni per il 2018), passano ora infatti alla Presidenza del consiglio dei ministri e in prospettiva al dipartimento di Protezione civile.
Cosa voglia dire questo per Casa Italia e per Sulmona non è facile capirlo: “Da giorni sono in contatto con l’ex capo dipartimento Giovanni Marino (che era stato anche a Sulmona lo scorso anno) – spiega l’assessore al ramo Antonio Angelone – ma neanche lui è in grado di dirci che ne sarà di Casa Italia e a chi passeranno le competenze”.
Tutto o quasi da rifare insomma, tanto più che lo stesso Marino, oggi detronato, aveva definito quello di Sulmona un “modello” per la collaborazione nata con le associazioni di architetti e ingegneri.
“Con Marino eravamo arrivati alle fasi finali – continua Angelone – bisognava solo definire l’edificio sul quale intervenire, ed io avevo proposto palazzo Pretorio, e sottoscrivere il protocollo d’intesa”.
Un’intesa che a questo punto sembra sempre più lontana, perché la scelta del governo Conte comunque vada depotenzia l’efficienza del progetto, relegandolo ad “una delle cose da fare”.
La grande occasione di Sulmona, fiore all’occhiello e vanto di questa sindacatura, ma anche della legislatura regionale e nazionale, sembra insomma appassirsi.
Un’altra occasione persa insomma, un altro annuncio durato il tempo di una campagna elettorale.
“Cosa voglia dire questo per Casa Italia e per Sulmona non è facile capirlo”.
Visto così sembra tanto un riordino delle spese/sprechi (7 dirigenti e 20 funzionari). Il fondo rimane comunque attivo.
Del resto qui, dopo più di un anno dalla scelta dei Comuni, siamo ancora alla definizione dell’edificio (fase finale?)
Del resto, non sapeva?
Il terremoto è cosa di centrosinistra!
Si sta alzando tanta polvere per nulla!!!
Da dove scaturiscono tutte queste deduzioni?
Un solo cambio di competenze e si grida alla luna!!!