Caro pedaggi, i sindaci protestano. Melilla “un attacco alla mobilità”

Revocare l’aumento dei pedaggi autostradali per le A24 e A25. Questo, quello chiesto a gran voce al Governo e al ministro Delrio, nella manifestazione di oggi a Mandela, Roma, dai sindaci di Abruzzo e Lazio affiancati dai tanti pendolari colpiti dal caro autostrade, uniti contro un aumento famelico pari al 13 per cento.

Un attacco al diritto alla mobilità e alle zone interne, così lo definisce l’onorole Gianni Melilla in forza al gruppo di Pietro Grasso “Liberi e Uguali” che ha ricordato lo stato di abbandono e degrado del sistema ferroviario sottolineando come l’aumento dei pedaggi comporterà come causa naturale l’aumento del prezzo del trasporto su gomma.

“Una gallina dalla uova d’oro solo per i privati” però, evidenziava il deputato solo pochi giorni fa, infatti Melilla definiva il rincaro “inaccettabile visto che il gestore ha ottenuto dallo Stato una infrastruttura costruita interamente da risorse pubbliche e negli ultimi mesi ha ottenuto ingenti finanziamenti per la messa in sicurezza dell’Autostrada” la società che però non avrebbe rispettato impegni importanti come ad esempio la costruzione di una stazione di servizio tra Pescara-Chieti ed Avezzano (oltre 100 km senza nessun servizio per gli utenti, caso unico in Italia).

Un boccone amaro che i cittadini questa volta non vogliono digerire, negli ultimi 15 anni i pedaggi delle A24 e A25 sono aumentati di oltre il 200%, “un fatto intollerabile”.

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