Revocare l’autorizzazione sulla centrale di compressione. L’onorevole abruzzese Gianni Melilla scrive direttamente al premier Gentiloni: “A Sulmona questa Centrale avrà un carico di 162 tonnellate annue di monossido di carbonio e ossidi di azoto con danni certificati per la salute. Ma ciò che alimenta la più giustificata paura popolare verso questa Centrale è che essa sorgerà in zona sismica 1, come è tutto l’Abruzzo montano aquilano dove dovrebbe passare il mega metanodotto. In caso di terremoto o di di incidenti la situazione sarebbe drammatica”.
L’opera, ricorda Melilla, è in contrasto anche con la vocazione ambientale del territorio in cui dovrebbe sorgere, in un Parco nazionale, quello della Majella. “La scelta del Governo va rivista e va raccolto il grido di dolore dell’intera comunità Peligna. Ho chiesto al Presidente di incontrare subito la Regione (che si é sempre schierata contro questa Centrale e ha proposto un percorso alternativo rispetto a quello Appenninico per il metanodotto), i Sindaci della Valle Peligna ( a partire dalla Sindaca di Sulmona che si è dimessa) e il comitato Peligno per l’Ambiente” spiega l’onorevole.
“Sulmona e l’Abruzzo hanno la forza e il coraggio per impedire questa scellerata scelta di malgoverno del territorio. Lo impediremo come abbiamo già fatto con il progetto petrolifero Ombrina, al largo della Costa dei Trabocchi in provincia di Chieti”.
La pensa in modo totalmente diverso la multinazionale del gas che un paio di giorni fa ha espresso la volontà di dialogare con le comunità locali, chissà come.
S.P.
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