È in prognosi riservata l’ispettore di polizia penitenziaria aggredito ieri, assieme a due colleghi, da un detenuto nel carcere di Sulmona.
Per il cinquantatreenne, dopo gli esami strumentali effettuati al pronto soccorso dell’ospedale ovidiano, si è reso necessario il ricovero. L’uomo ha riportato danni alla milza e un trauma cranico.
L’uomo aveva subito già due gravi aggressioni in passato all’interno della casa di reclusione peligna. Una vittima del dovere all’interno di una struttura sempre più simile ad una polveriera.
In virtù delle molteplici aggressioni subite, al poliziotto è stata offerta assistenza gratuita.
“Rabbia, incredulità, rassegnazione – scrive Vice Segretario Generale -, sono queste le sensazioni che stanno vivendo i poliziotti penitenziari di stanza al carcere di Piazzale Vittime del Dovere dopo settimane di stress vissute soprattutto a seguito di una “fratricida” ispezione effettuata ad opera di indisponenti rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria.Una commissione ispettiva che ha preteso di cambiare in pochissimo tempo annose prassi condizionate dapprima dai terremoti e, in ultimo, dalla disastrosa situazione pandemica. La stessa commissione ispettiva che però, a quanto pare, non ha denunciato l’impressionante sovraffollamento carcerario, il mancato trasferimento dei detenuti riottosi, la gravissima carenza di personale, una condizione logistica da terzo mondo(sezioni detentive consumate dal tempo, docce ripiene di muffa, impianti idraulici vetusti, mancanza di docce e acqua calda nelle celle, mancanza di sufficienti spazi per le attività trattamentali) e arredi riservati agli agenti caratterizzati da una immane schifezza”.
“Un’amministrazione – prosegue – che stante lo sguardo mesto e disorientato di tutto il personale operante nell’istituto peligno non gode al momento di una benevola fama.A dir la verità si confida molto nel supporto del nuovo Provveditore Giacinto Siciliano che a Sulmona, ai tempi della sua direzione del Penitenziario ha lasciato davvero un ottimo ricordo. Ora vorrebbero aprire un nuovo padiglione pur consapevoli del fatto (solo uno menomato dei 5 sensi non se ne accorgerebbe) che è da pazzi farlo in queste condizioni.Peccato però non aver potuto contare sull’aiuto di amministrazioni comunali che stante il totale lassismo prodotto nei suoi confronti si sono scordati o, peggio ancora, non si sono degnati di considerare di avere nel contesto territoriale di appartenenza una bomba pronta ad esplodere ed il cui innesco lo si ritrova proprio nel carcere dimenticato, pardon…per nulla considerato.Quella dello stato di agitazione che nei prossimi giorni sarà annunciato sarà solo l’inizio di un periodo conflittuale volto a fare aprire, si spera, gli occhi a un’amministrazione che sinora si è mostrata cieca ai bisogni di tutta la comunità carceraria”.
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