Un centralino più che un supercarcere. Quaranta telefoni trovati oggi dietro le sbarre nella maxi operazione che questa mattina ha coinvolto oltre cento agenti della polizia penitenziaria, impegnati a battere palmo a palmo il carcere di Sulmona. Un maxi blitz con forze in arrivo da tutta Italia, con tanto di unità cinofile al seguito. Impensabile quanto trovato dentro alle celle: quaranta dispositivi mobili, che sommati ai settanta scovati negli ultimi mesi, portano a centodieci i micro-telefonini trovati nell’ultimo anno all’interno della casa circondariale in via Martiri del Lavoro.
Un detenuto è stato trovato in possesso di cento grammi di hashish. La sostanza stupefacente è stata rinvenuta anche in altri ambienti del carcere. L’operazione è stata coordinata dal comandante di reparto, Alessandra Costantini, riaccende i riflettori sul problema dei telefoni cellulari dietro le sbarre.
Lo scorso novembre è stato condannato Giovanni Pinto, già recluso presso il carcere di Sulmona, trovato in possesso di un telefono dietro le sbarre. Oltre agli otto mesi aggiuntivi di detenzione, Pinto dovrà pagare anche le spese processuali.
Ha patteggiato due anni di reclusione (con pena sospesa) Massimo De Santis, l’agente di polizia penitenziaria sorpreso nel 2022 in possesso di tre microcellulari all’interno del carcere di Sulmona, dove presta servizio.
Il carcere sulmonese, inoltre, è uno dei 19 istituti penitenziari finiti nel mirino della DDA di Napoli, dove ci sarebbe un vero e proprio tariffario per lo spaccio di telefoni cellulari. Lo scorso aprile, in particolare, due persone di origine campana vennero fermate, mentre erano intente a far volare un un drone nei pressi della struttura, presumibilmente per rifornire i detenuti con nuovi device e droga.
e come diceva il grande toto’…..e io pagooooooooo