Le condizioni dell’agente di polizia penitenziaria colpito violentemente al volto da un detenuto tunisino, migliorano. La Tac ha dato esito negativo, per ora solo riposo, “da superare sarà il contraccolpo psicologico” spiega il segretario provinciale UilPa Mauro Nardella.
Ma a destare preoccupazione è lo stato di salute psico-fisico dell’intero organico del carcere del Lamaccio, agenti per la maggiorparte ultra 50enni, alle prese con una popolazione carceraria difficile, pericolosa, parliamo di criminalità organizzata, di detenuti legati a mafia, n’drangheta, camorra, ex 41 bis insomma. “Polziotti in avanti con l’età e con probemi legati all’affaticamento muscolo scheletrico e allo stress, che dovrebbero essere spostati a servizi di ufficio” ribadisce il segretario Uil.
L’urgenza, continua a sottolineare Nardella, è quella di implementare il numero degli agenti a fronte di un maxi carcere che a breve diventerà il penitenziario più grande d’Europa. All’apertura dei padiglioni non manca molto, i lavori delle strutture devono essere consegnati entro 14 mesi e di certo i 246 agenti non potranno accollarsi da soli tutti i nuovi arrivi.
Il dato allarmante è che proprio in questi giorni l’organico si assottiglierà e la previsione futura potrebbe vedere altre uscite. Sono 9 le unità che andranno via, nove come gli agenti che hanno vinto il concorso da ispettore e che dunque lasceranno il Lamaccio per altre destinazioni.
“Necessario l’inserimento di nuovi poliziotti penitenziari giovani in grado di rispondere con maggior prontezza alle difficoltà e agli episodi di pericolo”. Un lavoro logorante a livello fisico e mentale di chi, tutti i giorni, ha a che fare con inquilini non proprio facili da gestire, la risposta alle azioni o alla situazioni a rischio, nei poliziotti più agée si fa lenta, i tempi di reazione insomma si allungano un pò.
Tornando sulla brutta vicenda che ha visto l’assistente capo di polizia penitenziaria finire in ospedale per un aggressione sul lavoro, Nardella spiega come la notizia abbia sconvolto tutte le famiglie dei poliziotti, parenti allarmati, “forse avremmo dovuto usare altre forme o specificare le iniziali e ci scusiamo, ma questa grande preoccupazione da parte dei familiari per il lavoro estremo degli agenti fa capire come le famiglie recepiscano il rischio e siano davvero spaventate”. Il timore è tangibile e dietro l’angolo.
“Lo Stato sembra dimenticare gli agenti, se vuole far sentire davvero la sua presenza deve intervenire con urgenza, con ulteriori forze giovani in supporto e in grado di sostenere questo lavoro”.
A.S.
bene,ma questo signore quando” le autorita'” visitano l’hotel non ha nulla da dire,ultimamente tanti gli “eventi” con ospiti romani, il sindacalista non ha denunciato nulla,tante strette di mano,saluti,abbracci,tutti felici per i nuovi “investimenti”,(visibilita’) garante incluso(per i detenuti)…per i Cittadini,agenti,personale in generale quali le garanzie ? Dovere si,diritti?