L’esordio è stato un disastro e d’altronde non poteva essere altrimenti, con le ordinanze regionali che si contraddicono tra loro e che, soprattutto, contraddicono i decreti sovraordinati dello Stato. Le forze dell’ordine, chiamate a far rispettare la legge, ieri, nel generale imbarazzo, hanno avuto un bel da fare, senza però elevare sanzioni, ma limitandosi ad invitare la gente a rientrare nelle loro abitazioni. Perché poi i cittadini, in tutta questa storia di guerra di competenze e regole, sono quelli a subire le conseguenze e a restare nella confusione.
Fatto è che ieri mattina decine di ciclisti, immobilizzati per due mesi in casa, hanno oliato le proprie bici e sono usciti per un’escursione come, in teoria, sarebbe consentito dalle ordinanze 50 e 52 firmate dal presidente della Regione Marco Marsilio l’altro ieri.
La pedalata però è stata interrotta dalle forze dell’ordine che, al contrario, rispondono alle direttive del prefetto che è rappresentante di governo e il governo, ha chiarito con precisione il presidente del consiglio Giuseppe Conte, ha diffidato le Regioni ad assumere provvedimenti meno restrittivi di quelli previsti dal decreto, dichiarando “illegittime” le ordinanze stesse.
Lo scontro istituzionale e normativo meriterebbe fiumi di pareri costituzionali e interpretativi, che per il momento, probabilmente, non vale neanche la pena di fare, visto che il contrasto sarà di fatto in vigore fino a domani, perché dal 4 maggio sarà esecutivo l’ultimo Dpcm (quello del 27 aprile) con il quale sostanzialmente tra le altre cose si permettono le attività sportive e motorie ai singoli nel rispetto delle misure di sicurezza, si amplia la platea dei motivi delle visite (con l’estensione ai cosiddetti congiunti) e si riaprono, a discrezione dei sindaci, parchi e cimiteri.
A Sulmona nulla si sa ancora rispetto a quest’ultimo punto: parchi giochi e aree verdi restano al momento chiusi e d’altronde per aprirli sarebbe necessario anche controllarli e controllare che al loro interno vengano rispettate le misure di sicurezza e il distanziamento sociale. Riapre invece dalla prossima settimana il mercato di piazza Garibaldi: il martedì (a partire quindi dal 5 maggio), il mercoledì, il venerdì e il sabato, con 38 esercenti (delle categorie merceologiche autorizzate alla vendita) che a turno si sistemeranno su una sorta di percorso segnato che vedrà l’ingresso dalla scale dell’acquedotto e l’uscita sul lato della chiesa di San Filippo, secondo quanto concordato con Confesercenti che aveva avanzato la proposta di riapertura.
Resta l’interrogativo su quel che accadrà dopo e in particolare dal 18 maggio, data fissata dalla Regione (come annunciato dall’assessore Mauro Febbo nella video intervista rilasciata al Germe) per la riapertura delle attività di ristorazione e bar. Salvo accordi tra governo e Regione, l’apertura anticipata rispetto alle direttive del governo (che ha fissato la data del primo giugno) sarà nei fatti “illegittima” come ha detto Conte.
E allora le forze dell’ordine, che per questi tre giorni hanno chiuso un occhio per i ciclisti della domenica, non potranno più fare finta di niente, perché le direttive le dà la prefettura e il governo, e non la Regione. E a rischiare saranno soprattutto gli esercenti, che già non se la passano proprio bene dopo questo stop forzato.
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