Sono tre gli obiettivi definiti ieri nel corso dell’incontro Cantiere Cultura Abruzzo, che si è svolto all’Aurum di Pescara come diretta conseguenza della Fonderia di fine giugno scorso svoltasi presso la Badia Morronese di Sulmona. Il primo della lista è la costituzione di un gruppo di lavoro in seno agli uffici regionali, già deliberato in realtà, che dovrà entrare in funzione nell’ambito della progettazione europea fornendo, quindi, sostegno alle realtà culturali del territorio. Il secondo punto, fissato, è la costituzione di un testo unico all’interno del quale dovrà confluire tutta la legislazione sull’argomento prodotta fino ad ora, compresa la famosa legge 55 sulla quale, ed è questo il terzo punto, il prossimo anno dovrebbero essere inserite più risorse economiche, quelle rastrellate dal bilancio regionale dopo aver colmato il deficit Abruzzo a sostegno, principalmente, delle associazioni che beneficiano del Fus e che senza un cofinanziamento regionale andrebbero a perdere le risorse ministeriali. “Certo non si tornerà ai 10 milioni di euro di dieci anni fa- commenta il portavoce delle organizzazioni culturali del territorio peligno, Pasquale D’Alberto-, ma è un inizio”. Nel 2017, per dare un’idea, i fondi stanziati sulla legge 55 sono stati circa 2 milioni. Niente.
In Cantiere Cultura si è avuto anche un primo confronto sul brand “Abruzzo”, su ciò che della regione si vuole comunicare all’esterno. “L’Abruzzo delle realtà all’avanguardia- prosegue D’Alberto- o quello della stregoneria?”. Il consiglio sarebbe di veicolare l’Abruzzo della cultura del passato e del futuro. La storia ci insegna, d’altronde, che siamo fatti anche del nostro passato. “Un incontro positivo- conclude il portavoce-, l’obiettivo è far si che non si torni indietro e continuare sullo sviluppo di questo collegamento tra chi fa cultura e chi la amministra”. Possibilmente senza togliere di mezzo le tradizioni perché poi il progetto Archeos, esempio ben riuscito del lavoro di progettazione europea figlio del neonato ufficio regionale, è basato sui siti archeologici presenti su tutto il territorio abruzzese. Insomma, l’idea di un brand comunicativo dovrebbe tener presente un po’ tutto, tutti gli aspetti culturali ovviamente. Tanti e diversi che hanno fatto dell’incontro una sorta di “calderone” in cui è stato infilato tutto, anche realtà completamente diverse tra loro e che, si spera nel futuro, possano trovare un “cantiere” specifico per ogni esigenza: dalla banda alle rappresentazioni teatrali, al patrimonio, il cinema, eccetera.
Purtroppo all’incontro di ieri c’erano pochi giovani. Lo ha fatto presente, con un post pubblicato su Facebook, il responsabile Unesco Giovani, Massimo Stringini, tra l’altro presidente dell’associazione Paesaggi Sonori che sta portando nomi noti della musica a livello internazionale in alta quota viaggiando tra cultura e turismo, che poi si sposano appieno. Insomma Stringini denuncia l’assenza di volti giovani in platea, i primi a dover essere presenti perché poi con la cultura si può creare anche un’industria della cultura. “Eravamo presenti in 3 sotto i 35 anni”. Non solo: “Dalle 8.30 alle 18.00 non ho mai sentito pronunciare le parole chiave che solitamente, in tutta Italia, descrivono lo scenario futuro e contemporaneo della cultura. Mai sentito parlare di iniziative per l’anno europeo del patrimonio, mai sentito fare riferimenti al piano strategico del turismo 2017-2022 del Mibact che guida anche la valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale, mai sentito parlare di giovani e creatività, di innovazione, sostenibilità sociale, impresa culturale. Sembrava di stare negli anni ’90 (esempi concreti ve li risparmio), sostanzialmente tutti alla ricerca di fondi ma mai originali, mai a pensare ‘oltre’. In queste occasioni, se vogliamo crescere davvero, è necessaria la voce e il coinvolgimento attivo dei giovani insieme ai più esperti! La nostra priorità è il futuro, ma cosi non lo avremo mai in mano. Se ci siete, fatevi sentire!”.
Un monito a chi il futuro se lo sta facendo sfuggire di mano o è in attesa che a metter su il cantiere sia sempre qualcun altro.
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