Canile, la Tunno in procura: “Costretti a riconsegnare le chiavi”

Dopo quello dei cittadini, la gestrice del canile municipale Gabriella Tunno, chiede l’aiuto della procura della Repubblica. Oggi stesso, infatti, come aveva promesso, la responsabile della struttura di Noce Mattei ha presentato un esposto a palazzo Capograssi, nel quale chiede “un immediato intervento al fine di risanare questa pericolosa situazione di stallo e disagio (che rischia di sfociare in una emergenza sanitaria molto seria) in cui riversiamo, grazie soprattutto agli impiegati comunali risultanti continuamente assenti e in malattia”.
Il problema noto e ormai a cadenza fissa, è che i soldi che spettano all’associazione Code Felici per la gestione in convenzione della struttura pubblica, non vengono erogati da mesi, perché, nel caso specifico, nessuno si prende la briga o la responsabilità di firmare i mandati di pagamento, con le rette ferme a novembre e un credito arretrato di circa 30mila euro.
La Tunno si dice, nel caso la situazione non si sbloccasse, “costretta a riconsegnare le chiavi e la gestione della struttura comunale – scrive ai giudici – in quanto impossibilitati a portare avanti il nostro operato”.
Un allarme molto serio, che vedrebbe 280 cani lasciati a se stessi e una possibile emergenza sanitaria che riguarderebbe non solo gli amici a quattro zampe.
“Nonostante il buon cuore dei cittadini (che hanno risposto portando decine di pacchi di mangime dopo l’appello lanciato dalla stessa Tunno, ndr) – scrive la gestrice – la totale assenza di interesse da parte del sindaco e di tutta l’amministrazione dopo gli innumerevoli solleciti, sta portando al collasso la situazione. Nessuno mi ha chiamata, né contattata e soprattutto nessuno ha versato i soldi dovuti”.
Il problema non è solo quello del cibo, “grazie alla generosità dei cittadini possiamo tirare avanti altri dieci giorni”, ma anche e soprattutto quello delle cure veterinarie: “Non ci sono soldi per le medicine, gli interventi d’urgenza e programmati – continua la Tunno – si rischia così che si diffondano malattie tra gli animali e non solo”.

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