Campo di Giove insignita della medaglia d’argento al merito civile.
Arriva finalmente il decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministero dell’Interno, un’onorificienza attesa da tanto, ufficialmente partita dall’aprile 2014, con una delibera all’unanimità. Ad annunciarlo il vice sindaco Stefano Di Mascio. “Fulgido esempio di spirito di sacrificio e di amore patrio nel secondo conflitto mondiale”, le motivazioni in calce alla decisione, recitano “Situato sulla linea “Gustav”, dopo l’8 settembre 1943, diventò punto di riferimento per i militari italiani allo sbando, per i prigionieri fuggiaschi dai campi di prigionia di Sulmona e per i renitenti alla leva della Repubblica di Salò. Tutte le famiglie del paese diedero rifugio ai fuggiaschi, fornendo loro abiti e cibo, nonostante le perquisizioni tedesche nelle case sotto la minaccia delle armi. A seguito dell’ordine di sfollamento del paese e della requisizione di viveri e di animali, alcuni contadini, che cercarono di mettere in salvo il bestiame, furono immediatamente fucilati”
Dopo quattro anni arriva l’attesa medaglia al popolo di quella comunità che si prodigò nella lotta antifascista, che riempì le fila della resistenza nascondendo prigionieri, salvando vite, mangiando pane e miseria, macinando chilometri di libertà su quelle montagne, attraversando i fianchi della Majella tra sangue e salvezza. Un riconoscimento in verità già annunciato nelle motivazioni della medaglia al valor militare conferita a Sulmona tempo fa, in cui veniva citata Campo di Giove per il suo eccezionale contributo.
Eroismo tanto, da parte di quel popolo, come Maria Di Marzio che offrì nascondiglio a sette prigionieri francesi mettendo a rischio la propria vita e non parlò né consegnò i soldati neppure davanti al mitra dei tedeschi. Maria come simbolo di tanti campogiovesi mossi dallo spirito di resistenza.
“L’istituzione riconosce ciò che la storia ha già riconosciuto” così il vicesindaco Di Mascio chiosa questo momento di orgoglio e soddisfazione per la straordinaria azione umana, collettiva, operativa offerta da quel popolo per la libertà.
Anna Spinosa
Sig. Direttore,
il Presidente della Repubblica, in visita in Abruzzo, riferendosi al paese di Campo di Giove ha dichiarato: “Situato sulla linea Gustav dopo l’8 settembre 1943, diventò punto di riferimento per i militari italiani allo sbando, per i prigionieri fuggiaschi dai campi di prigionia di Sulmona e per i renitenti alla leva della Repubblica di Salò. Tutte le famiglie del paese diedero rifugio ai fuggiaschi, fornendo loro abiti e cibo, nonostante le perquisizioni tedesche nelle case sotto la minaccia delle armi. A seguito dell’ordine di sfollamento del paese e della requisizione di viveri e di animali, alcuni contadini, che cercarono di mettere in salvo il bestiame, furono immediatamente fucilati”.
Tutto vero. I campogiovesi come i sulmonesi e tanti altri abruzzesi dettero generosamente ospitalità ai prigionieri fuggiaschi. Ma che “ alcuni contadini che cercarono di mettere in salvo il bestiame furono fucilati” non risponde assolutamente al vero. Meraviglia che la Presidenza della Repubblica, sempre così informata, sia caduta in questa errata affermazione.
Ezio Pelino
Sulmona (Aq)