Con la presentazione delle candidature ieri, si è aperta anche formalmente la campagna elettorale per le elezioni regionali del prossimo 10 marzo in Abruzzo. Il quadro, a questo giro, è molto più semplificato di cinque anni fa, quando i candidati a presidente erano 4 e le liste erano 15. Questa volta, invece, i candidati presidente sono solo 2: un testa a testa tra l’uscente Marco Marsilio e lo sfidante del centrosinistra (che a differenza dell’altra volta comprende anche il Movimento 5 Stelle) Luciano D’Amico. Anche le liste sono meno dell’altra volta: 12 in tutto equamente distribuite, salvo sorprese dell’ultima ora sulle ammissioni che saranno decise entro domani, con la Dc-Udc, in particolare, che potrebbe avere qualche problema nel riconoscimento del simbolo e la mancata raccolta di firme che sarebbe stata necessaria senza la proprietà, acquisita dai “cugini” di Noi Moderati.
Alle ultime elezioni regionali in Abruzzo si recarono, esattamente cinque anni fa (il 10 febbraio 2019), il 53,11% degli aventi diritto (ovvero 643.287 elettori su 1.211.204): una percentuale bassa rispetto alle forze in campo che videro il centrodestra imporsi con il 49,20% dei consensi (il 48,03% per Marsilio), sul centrosinistra che si fermò al 30,64% (il 31,29% per il candidato presidente Giovanni Legnini) e sul Movimento 5 Stelle che ottenne il 19,74% (la candidata presidente Sara Marcozzi il 20,20%). In corsa, rimasta senza seggi con meno di mezzo punto percentuale e meno di 3mila voti, c’era anche Casapound con Stefano Flajani.
Per il nuovo quinquennio di programmi, finora, dall’una e dall’altra parte, ne sono circolati pochi; anche se la campagna elettorale sembra aver preso, ormai da settimane, binari tematici ben definiti: la sanità, innanzitutto, i trasporti, le aree interne, l’ambiente e lo sviluppo economico, con gli annessi della sostenibilità, il turismo e gli insediamenti industriali.
Tanti tagli del nastro e prime pietre, promesse e impegni, che ora hanno alzato la solita cortina di fumo della propaganda elettorale, nella quale diventa sembra più difficile orientarsi, anche e soprattutto perché spesso giocata a suon di comunicati, spot, selfie, reels e senza contraddittorio.
Per questo Il Germe, come fece cinque anni fa, darà il suo contributo alla lettura politica di questa campagna elettorale, organizzando il prossimo 29 febbraio al cinema Pacifico (ore 18), trasmesso in diretta televisiva su LaQtv (canale 12 del digitale terrestre), uno dei pochi confronti diretti in programma tra i due candidati presidente. Lo faremo con il nostro stile, con un evento teatral-politico, nel quale ci sarà spazio per le performance artistiche, la musica, le gag e le riflessioni. Per trascorrere due ore insieme e parlare di politica in modo diverso, sgrassandola dalla retorica, rivestendola di umanità, concretezza e autenticità: quella dei due ospiti principali (Marco Marsilio e Luciano D’Amico) e quella dei cittadini, di cui ci faremo cassa di risonanza e portavoce. Con l’obiettivo principale di conquistare e convincere almeno una piccola parte di quel 46,89% degli aventi diritto al voto che il voto, cinque anni fa, se lo sono negati.
Più che il programma futuro da realizzare sarei curioso di conoscere quanto i rispettivi schieramento hanno realizzato a Sulmona negli ultimi 20 anni
Ottima iniziativa, complimenti alla redazione che si distingue sempre con nuove e stimolanti proposte
Si chieda ai sostenitori dell’attuale presidente uscente qual è origine e il significato della fiamma sul simbolo del loro partito e se ne condividono i valori. Quella fiamma, ricordo, apparve quale simbolo della repubblica sociale italiana, quindi simbolo del movimento sociale italiano… le pagine più buie e vergognose del passato di questo Paese.