Dopo i discussi e allarmanti dati forniti da Aldo Ronci sul calo demografico, e la riflessione sul deserto percepito, a fare rumore è il silenzio che la politica ha fatto calare sull’argomento, delegando ad iniziative fuori dai partiti i momenti di riflessione. Una riflessione che pure è necessaria, perché se non si riescono a decifrare bene i sintomi, difficilmente si può immaginare una terapia e una cura, di cui pure la politica dovrebbe essere principale “dottore”.
Così abbiamo cercato di leggere altri dati oltre a quelli forniti sul calo demografico, più che altro per capire dove si sia registrata l’emorragia di residenti, in quale fascia di età e di quale tipologia. E i risultati confermano, a primo impatto, quello che è un disagio del territorio legato soprattutto alla mancanza di lavoro, nonostante alcuni dati letti singolarmente possano trarre in inganno.
E infatti, nelle aree interne, la popolazione sì invecchia, oltre che a diminuire, ma perde soprattutto le sue forze attive, quelle dai 15 anni e più, passata in cinque anni, nel distretto del sistema locale del lavoro di Sulmona (che include Valle Peligna, Valle del Sagittario e Valle Subequana) dalle 57.400 del 2013 alle 52.700 del 2018. Forze potenzialmente attive che hanno lasciato il territorio, dicono i dati Istat pubblicati qualche giorno fa.
Vanno via, soprattutto, quelli che non trovano lavoro, insomma, e a confermarlo è proprio il cosiddetto tasso di attività (cioè chi ha un lavoro o chi ancora lo cerca) la cui percentuale è cresciuta nell’ultimo quinquennio, passando dal 42,8% del 2013 al 45,9% del 2018, dato che, come la percentuale di occupati, cresciuta nello stesso periodo dal 37,1% al 40%, deve essere letto in combinato con il calo demografico. Insomma l’aumento del tasso percentuale di occupati non è necessariamente un segno positivo, quanto un indice di “stabilizzazione” della popolazione che resta, con la restante forza lavoro potenziale che decide di andar via. In altre parole la percentuale degli occupati è cresciuta in gran parte perché sono diminuite le persone residenti che possono lavorare, non perché ci sia stato un aumento dell’occupazione in termini assoluti. Tant’è che nel 2009 nel distretto lavoro di Sulmona gli occupati erano 21.700 pari al 38,8% del tasso di occupazione, dieci anni dopo gli occupati sono 21.100, quindi di meno, ma con una percentuale di occupati del 40%, ovvero maggiore.
Così, migliora ad esempio nell’ultimo quinquennio, il dato sulla disoccupazione che nel 2013 era al 13,5% e che ha visto un picco nel 2016 (14,5%), per poi scendere nel 2018 al 13%. E’ un tasso che comunque è ancora molto pesante e, dopo il distretto di Penne (13,5%), il peggiore in Abruzzo. E che comunque è cresciuto di tre punti percentuale negli ultimi dieci anni, quando nel 2009 era fermo al 10,5%, nonostante la popolazione totale fosse di 63.100 persone a fronte delle 59.000 del 2018.
Per curare un malato che sembra terminale ci vorrà, in molti ne sono convinti, una cura da cavallo, sempre che si trovi, se non proprio un dottore, almeno un veterinario che sappia somministrarla.
Ancora..,non avete piu niente da scrivere?
In realtà c’è ancora molto da scrivere per chi vuole fare giornalismo e per chi ha voglia e capacità di informarsi. Lei può sempre scegliere di non leggere e rimanere nell’ignoranza, che si sta bene al calduccio lì. Buon sonno
Senza essere studiosi e/o ricercatori, basta un rapido colpa d’occhio sulla distribuzione delle fasce d’età per due anni campione (gli estremi disponibili sul sito) come su ogni singolo anno, danno un immagine (grafico e percentuali), di come sia cambiata enormemente la composizione anagrafica della città, sintomo e risultato dell’assenza di lavoro.
Popolazione anno 2002
https://www.tuttitalia.it/abruzzo/20-sulmona/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2002/
Popolazione anno 2019
https://www.tuttitalia.it/abruzzo/20-sulmona/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2019/
Grafico della reazione politica???
Inesistente per mancanza di azione.
I giovani partono, i vecchi languono, la città muore, i politici se ne fregano.
😭
Erano anni che aspettavo articoli su questo argomento, finalmente!
Come fanno le persone a dire che non c’è nessuno spopolamento? Basterebbe guardare i numeri. A me è bastato guardare tutti i miei coetanei (quelli nati dall’80 in poi) andare via dalla città, non è rimasto nessuno. Gli unici della mia generazione che sono riusciti a rimanere sono quelli che avevano una piccola impresa di famiglia, oppure che “lavorano alla Fiat” (ultimo vero ammortizzatore sociale) o che hanno la fortuna di essere impiegati statali (pochissimi..quanti maestri/professori?).
Per esperienza, chi sceglie di rimanere accetta di sbarcare il lunario con lavori spesso precari e male pagati oppure diventa pendolare (e quindi un fantasma) con orari assurdi e disagi che solo i pendolari possono capire.
Perché restare? Anni fa le persone uscivano fuori per gli studi e poi tornavano portando indietro il loro bagaglio di esperienze a Sulmona, tornavano a creare lavoro. Ad un certo punto questo meccanismo si è rotto e le persone hanno iniziato a non tornare più, perché se chiudono tutte le aziende dove lo porti il tuo lavoro specializzato?
Le persone che sono rimaste in questi anni (o che sono diventate fantasmi) lo hanno fatto per far crescere i figli con le famiglie, o in un posto dove ci sono tutti i servizi a portata di mano, dove l’aria è pulita.. ma poi le scuole iniziano a chiudere, le biblioteche chiudono tutte (ma gli universitari ve li siete completamente dimenticati?), decidiamo di essere una città turistica ma con il centro storico che la sera sembra Silent Hill (per questo non serve leggere i fatti di cronaca violenta degli ultimi anni, basta fare due passi dalle parti dell’ex albergo Italia la sera). Vale ancora la pena restare?
Chi lavora con i giovani sa perfettamente che cosa accade quando vanno all’univeristà, costruisci qualcosa di bello negli anni e poi se ne vanno… occhio alla giostra cavalleresca quelli della “vecchia guardia” non vivranno in eterno e se non ci sono i giovani a dare una mano (o il cambio) alle vecchie generazioni…
In tutto questo sembra che ci sia una classe sociale di alto livello che non vede assolutamente i problemi della città, chiusa nelle sue serate culturali a fare degustazioni, mentre tutti gli altri vanno via.
Fra qualche anno Sulmona sarà una bellissima città turistica con solo negozi di confetti per il corso e degli attori a pagamento per fare il corteo storico della Giostra…tranquilli eh, ci si vede in Piazza Garibaldi per la Madonna che scappa, con tutti gli espatriati che tornano ogni anno
Buon sonno a lei ..Grizzly che fa parte della redazione del germe!!!! Che non ha capito quello che volevo dire..,si porti anche il miele quando risponde…lo terra sveglio!!!
Forse ho inteso male, cosa voleva dire con “non avete altro da scrivere”?
Nessuno dei consiglieri si sogna di inserire all’ODG del prossimo Consiglio Comunale questo problema?
Anche non avrà alcun risultato utile, quantomeno se ne parlerà e se ne guadagnerà in visibilità per le prossime promesse elettorali 😉