Intervenire con la “massima urgenza e tempestività sull’iter procedurale del calendario venatorio 2024-2025” per modificarne la bozza “in osservanza a quanto previsto dall’art. 18 della legge 157/1992” e avviare un confronto con le associazioni venatorie abruzzesi.
Sono queste le richieste che Federcaccia, Liberacaccia e Anuu Migratoristi hanno messo nero su bianco in una lettera aperta inviata al presidente Marco Marsilio invitandolo a ripensare un documento che le scriventi definiscono “inutilmente punitivo per i cacciatori della regione”.
Penalizzati rispetto a quelli delle altre regioni italiane tenuti a rispettare calendari venatori che aprono la caccia dal 15 settembre e consentono di cacciare fino al 31 gennaio anche varie specie migratrici in ciò sostenuti da “motivazioni tecnico scientifiche che invece la Regione Abruzzo ha sempre rifiutato”; una dimostrazione di “ingiustificata chiusura” da parte dell’assessorato e degli uffici regionali competenti di fronte alla “motivata richiesta di modifica dei regolamenti di caccia vigenti in Abruzzo”.
“Inaccettabile” definiscono la giustificazione addotta dalla Regione alle limitazioni imposte all’attività venatoria, previsioni tese, per gli uffici competenti “ad evitare qualsiasi eventualità di ricorsi”. Parole che le associazioni interpretano come una rinuncia della Regione a esercitare il proprio ruolo “per non doversi sottoporre a un, peraltro ipotetico, giudizio del TAR, nei confronti del quale ha, semmai, il dovere di motivare in modo tecnicamente solido le proprie scelte”.
Le eccessive limitazioni non favorirebbero “la tutela della fauna oggetto di prelievo né della biodiversità nel suo complesso”, peraltro non sorrette da alcuna motivazione scientifica e superiori anche a quelle proposte da ISPRA.
Ritenendo “in alcun modo giustificabile” il rifiuto della Regione a qualsiasi forma di collaborazione, Federcaccia, Liberacaccia e Anuu Migratoristi insistono nel chiedere al presidente Marsilio un “urgente e quanto mai necessario confronto” con le associazioni chiamate a rappresentare le ragioni di chi pratica l’attività venatoria e pronte, come scrivono nella lettera, a mettere in campo “ulteriori iniziative a tutela dei cacciatori abruzzesi”.
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