Caduti senza gloria: cantiere con due anni di ritardo, saltano gli 80 della “zappata”

Dovevano durare dieci mesi, ne sono passati trenta e il cantiere non è ancora concluso. Nonostante le promesse e gli impegni presi, l’ultimo a gennaio scorso, quando da Rfi assicurarono che il primo lotto dei lavori alla stazione di Sulmona sarebbe stato concluso entro e non oltre la fine di marzo.

E invece: è passato anche aprile e il piazzale è ancora una distesa di ghiaia, un marciapiede in cemento per la pensilina che non c’è e con soli due operai che a giorni alterni lavorano sul sito. Che di questo passo ci vorranno ancora mesi per chiudere il primo lotto, se tutto va bene.

Cosa più grave, però, è che la scadenza di agosto, quella nella quale si dovrebbe celebrare l’ottantesimo anniversario del bombardamento alla stazione di Sulmona e ricordare i caduti civili che sotto quella pioggia di piombo morirono, con molta probabilità salterà. Come è saltata lo scorso anno.

Il cronoprogramma dato da Rfi a gennaio scorso, infatti, assicurava la riconsegna del primo lotto dei lavori, che riguarda la zona nord del piazzale, entro fine marzo e l’altra metà, dove dovrebbe essere posizionato il monumento ai caduti nel frattempo spostato e mandato al restauro, entro luglio.

Va da sé che l’orologio va rimesso e che il cronoprogramma con molta probabilità non sarà né rispettato, né recuperato. Per luglio, se tutto va bene, sarà pronto il primo lotto e ormai è un’illusione anche solo sperarlo.

Un appalto da 1,3 milioni di euro affidato nel novembre del 2020 e che sarebbe dovuto durare al massimo 317 giorni. Certo il Covid e la pandemia, poi la guerra e il 110, però un ritardo di oltre due anni non è proprio accettabile.

Dal canto suo il Comune ha riempito di lettere e diffide Rfi, che è committente dei lavori, senza però arrivare a nulla.

Il treno in eterno ritardo, questa volta sembra aver superato ogni record. Per buona, anzi cattiva, pace dei caduti della “zappata”.

4 Commenti su "Caduti senza gloria: cantiere con due anni di ritardo, saltano gli 80 della “zappata”"

  1. Quindi tre anni, se tutto andrà bene, per un lavoro cosi modesto. Posso immaginare per il rifacimento della linea PE – RM.
    Ah, quanto mi scoccia avere sempre ragione….

  2. DOBBIAMO ADEGUARCI ALLA FRANCIA,I LAVORI PUBBLICI IN FRANCIA VENGONO PAGATI AL TERMINE DEI LAVORI E QUINDI I LAVORI STESSI VANNO VELOCI COME IL TGV E FATTI CON CRITERIO…TRA 9 ANNI VADO IN PENSIONE,PRIMA CHE VADO IN PENSIONE AVRO’ LA GIOIA DI VEDERE TERMINATI I LAVORI NEL PIAZZALE DELLA STAZIONE DI SULMONA?…E’ possibile anche ripristinare la scritta SULMONA nella facciata esterna della palazzina dove c’è scritto in grande STAZIONE RFI?PRIMA DEI PRECEDENTI LAVORI C’ERA SCRITTO RFI STAZIONE SULMONA…C7SULMONA

  3. In Italia non c’è mai un responsabile per niente. E quando pure un (presunto) responsabile venisse individuato, passano gli anni tra ricorsi, controricorsi, perizie, controperizie, esposti vari .. e così via, finché tutto non finisce in una bolla di sapone o in prescrizione.
    Lo abbiamo visto in casi gravissimi, persino di rilevanza penale, quale ad esempio l’incidente di Viareggio del giugno 2009 (32 morti ma tutti assolti); figurati se qualcuno risponderà mai, in sede civile o amministrativa, di lavori avviati e mai terminati alla stazione di Sulmona.
    Ma questo è forse irrilevante per i cittadini di Sulmona: in fondo a loro basta che RFI gli prometta l’ “hub dei treni storici” per farsi prendere in giro da codesta società!

  4. Aquilini, ma che caxx stet a dicer? Evitate commenti sterili e completamente inutili…insomma, da aquilini.

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