Cadavere nella grotta a Castrovalva: chiesto il rinvio a giudizio per due figli e la nuora di Delnegro

Dalla grotta di Castrovalva si passa all’aula di tribunale con il rinvio a giudizio che il Sostituto Procuratore della Repubblica di Sulmona ha chiesto per due dei tre figli di Bruno Delnegro. Il corpo dell’81enne di Trani venne trovato senza vita due anni fa, il 30 luglio del 2022, avvolto in un sacco a pelo in una grotta di Castrovalva. A portarlo e a nasconderlo in Abruzzo fu uno dei tre figli, Salvatore Delnegro, assieme alla compagna, Barbara Mastropasqua. Anche per lei è stato chiesto il rinvio a giudizio, con il gip che ha fissato l’udienza a novembre. I tre dovranno rispondere di soppressione e occultamento di cadavere, truffa ai danni dell’Inps e indebito utilizzo di carta bancomat. Il terzo imputato è Domenico Delnegro, che con Salvatore condivideva l’abitazione del padre Bruno. Impossibile pensare che fosse ignaro di quanto accaduto nella giornata del 26 luglio di due anni fa.

L’uomo venne trovato senza vita sul proprio letto il pomeriggio del 26 luglio. A spingere i tre ad occultare la salma è stata la pensione di 3.000 euro al mese che Bruno Delnegro percepiva, e che è stata incassata un anno intero dopo la scomparsa dell’uomo mai annunciata dai familiari. Il tempo che gli inquirenti hanno impiegato per dare un nome a quel corpo senza volto.

A tradire il trio sono stati due elementi fondamentali: la placca di metallo, applicata a Bruno durante un intervento nel 2021 a Barletta e, soprattutto, il Gps della Ford Focus sulla quale Salvatore e la compagna hanno viaggiato assieme alla salma, da Trani fino alla Valle del Sagittario.

Il Nucleo investigativo dei Carabinieri dell’Aquila è riuscito a ricostruire il puzzle solo dopo 12 mesi. Nel pomeriggio del decesso del padre, Salvatore, assieme a Barbara, acquista il sacco a pelo a Decathlon di Molfetta alle 19,35. Poco più di mezz’ora per arrivare a Trani, spogliare e avvolgere il corpo nel sacco a pelo e poi partire alle 20,14 alla volta dell’Abruzzo. Arrivo a mezzanotte e 44 minuti, ripartenza a mezzanotte e 48 minuti, rientro alle 4,45. L’auto viene fotografata al Casello di Cocullo e, nello stesso istante, la cella telefonica della sim card nello smartphone di Barbara Mastropasqua viene agganciata.

Sul destino giudiziario dei tre si avrà certezza il prossimo novembre, quando dovranno presentarsi davanti al giudice.

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