Bus per il teatro: aspettando Godot

L’attesa alla pensilina per un viaggio in direzione cultura potrebbe essere infinita. Non è l’assurdo portato in scena da Samuel Beckett, ma poco ci manca. A meno di cinque ore dalla prima teatrale della stagione di prosa del Teatro “Caniglia”, il grande assente sarà il pulmino che dalla Valle del Sagittario deve portare gli spettatori in via De Nino, a Sulmona. Un servizio aggiuntivo, la vera novità che Meta APS ha introdotto quest’anno con i piccoli Comuni del circondario. Una navetta, denominata “Prossima fermata teatro” per portare in platea spettatori da Gagliano Aterno, Villalago, Scanno, Anversa degli Abruzzi, Bugnara e Pacentro.

Alla sottoscrizione dell’accordo, però, non ha fatto seguito la sponsorizzazione del servizio da parte, soprattutto, degli enti interessati. E così, oggi, le due prenotazioni giunte nei Comuni della Valle del Sagittario (entrambe da Anversa degli Abruzzi) si sono sentite rispondere picche. Poca affluenza e numero minimo di otto passeggeri non raggiunto. Queste le motivazioni dietro la decisione da parte dei Comuni interessati dal servizio di non far partire il bus per chi viaggia da Scanno, Villalago o Anversa degli Abruzzi. Poche prenotazioni figlie, forse, di una gestazione non particolarmente accorta sul piano della sponsorizzazione del servizio da parte dei Comuni. “Ho sentito parlare della navetta solo da Meta, alla presentazione del calendario della stagione. Qui in paese, invece, la sinergia non è stata particolarmente sponsorizzata”. Insomma, un servizio che non parte poiché nessuno ne è a conoscenza. Viceversa, se mai il servizio non dovesse partire, mai nessuno lo verrebbe a sapere. L’assurdo di Beckett. La speranza è rimandata al 7 dicembre, quando in scena a Sulmona arriverà Neapolis Mantra. Dalla seconda stagionale il servizio navetta nella Valle del Sagittario potrebbe essere attivato, sempre considerando un numero sufficiente di richieste.

E se per l’esordio stagionali la Valle del Sagittario si è fatta trovare impreparata e appiedata, lo stesso non si può dire per la Valle Subequana, dove il messaggio è stato recepito forte e chiaro. Una flotta di sedici spettatori giungerà a Sulmona per seguire “L’anatra all’arancia”, grazie al servizio navetta a disposizione. I biglietti sono andati a ruba. La platea è al completo, e per i palchetti restano una manciata di posti a disposizione. Si riconferma il nuovo fascino per il velluto rosso ovidiano, sulla falsariga della stagione passata.

L’Anatra all’arancia, dell’autore scozzese W. D. Home e riadattato dal drammaturgo francese M. G. Sauvajon, è un classico feuilleton dove i personaggi si muovono algidi ed eleganti su una scacchiera irta di trabocchetti. Ogni mossa dei protagonisti ne rivela le emozioni, le mette a nudo a poco a poco e il cinismo lascia il passo ai timori, all’acredine, alla rivalità, alla gelosia, all’amore. Narra di una coppia sposata da diversi anni che vive una crisi a causa dalla personalità del marito, inaffidabile, incline al tradimento, alle bugie, all’infantilismo; esasperata la moglie si innamora di un altro, l’opposto del marito, di animo nobile, gentile e attendibile. Una partita a scacchi, tra gag, battute dal ritmo serrato, rapidità e immediatezza.


Sul palco del Caniglia guidati da Gregori, oltre ai protagonisti Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli, vedremo gli ottimi Ruben Rigillo, Beatrice Schiaffino e Antonella Piccolo.

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