Aveva fatto una domanda per la distribuzione domiciliare delle pizze e la risposta da parte del Comune gli è arrivata, con una richiesta di integrazione alla domanda stessa, dopo quasi due mesi. Una mail di posta certificata, recapitata alle 17:30 di mercoledì scorso, nella quale si chiedeva di rispondere entro e non oltre lo stesso mercoledì.
E’ anche e soprattutto la burocrazia impazzita, uno dei motivi che ha spinto ieri i commercianti a protestare in Comune. Perché non è solo una questione di orari e di zona a traffico limitato, insomma, ma di una macchina amministrativa, quella di palazzo San Francesco, che non risponde, non si muove.
Ne sono esempi, ancora, i permessi di occupazione di suolo pubblico che impiegano almeno sei mesi per essere evasi, o ancora quelli per l’ingresso alla stessa Ztl, per i quali, travolto dall’impossibilità di processarli, il Comune ha semplicemente deciso di prorogare la loro scadenza a fine anno. Una sorta di moratoria per incapacità, insomma.
E a seguire, come un cane che si morde la coda, c’è tutto il resto: i cantieri che non si aprono e quando si aprono non si chiudono; la città sporca, il degrado e l’inciviltà.
Altro che Ztl, che diciamo la verità non sarà certo così utile a risolvere e risollevare le casse del commercio cittadino: i problemi da superare sono quelli che dovrebbero essere considerati di ordinaria amministrazione in un paese e una città normale. Magari basterebbe partire proprio da questo, dalla normalità, per cominciare a discutere.
E poi i progetti a lunga scadenza, i piani di marketing, persino gli eventi, quelli arriveranno di conseguenza.
Intanto, dopo la presa di Palazzo di ieri, arriva la prima mossa dell’amministrazione, la Casini prende la palla al balzo e caccia dal cilindro l’ordinanza sul recupero del centro storico. Ordinanza che giaceva sul suo tavolo dall’estate scorsa, in verità, fatta dall’assessore La Civita e finora rimasta senza firma. Dunque, decoro urbano, per contrastare il degrado e l’incuria di immobili ad uso residenziale, commerciale, artigianale o di servizio. Una decisione, spiega nella nota, a seguito alle indagini effettuate dalla Polizia locale e alle diverse segnalazioni dei cittadini. L’amministrazione fa sapere di aver recepito le problematiche degli edifici con intonaci esterni che necessitano di manutenzione, deturpati da scritte, locali vuoti con insegne fatiscenti, vetrine e saracinesche sporche.
Un provvedimento per favorire un’immagine più decorosa del cuore della città, ma anche a salvaguardare l’igiene e la cura “scongiurando, inoltre, la percezione di insicurezza nei cittadini e nei turisti, per una maggiore fruibilità del patrimonio storico, artistico e culturale che caratterizza il cuore antico di Sulmona” e ancora “abbiamo voluto rispondere con tempestività, per dare un segnale concreto di attenzione alle loro necessità”.
Il sindaco specifica di aver accolto assieme alla sua maggioranza con grande disponibilità i commercianti del centro storico, ascoltando tutte le loro problematiche, “con la determinata volontà da parte nostra di impegnarci ad affrontare e fornire concrete risposte nel più breve tempo” e rimarca “Già ieri, a margine della riunione, infatti, è stata convocata per il 6 marzo prossimo la V Commissione consiliare proprio per discutere della valorizzazione del centro storico”.
Il Comune ha cuore la crisi del comparto e assicura “siamo determinati portare a termine il progetto di rilancio del centro storico andando incontro alle esigenze di tutti i cittadini di Sulmona”
Martedì prossimo è da qui che dovrà ripartire la discussione, nella commissione consiliare convocata alla presenza degli operatori commerciali.
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