Una corsa bella, pulita, senza ondeggiamenti. Il manto nero cede il passo a quello verde lauretano, della speranza e della gioia, il fazzoletto si fa rosa e le colombe, unite al suono dei mortaretti, volano sopra il cielo di Sulmona. L’Alleluja di Handel fa da sottofondo agli auguri pasquali tra sorrisi e anche lacrime di emozione.
Gli uomini della quadriglia hanno portato la Madonna dal Figlio risorto senza un tentennamento, i quattro portatori Vincenzo Valentini, Fabrizio Centracchio che per la prima volta ha vissuto questo incarico, Fabrizio Litigante e Domenico Giovannucci hanno terminato la corsa nella consueta gioia e nell’abbraccio tra confratelli in mozzetta verde e tunica bianca e in quello delle oltre 10 mila presenze in piazza Garibaldi. Forse qualcosa in più di 10 mila, dato che allo sbarramento della soglia prevista, cioè a biglietti finiti, i flussi di persone continuavano a migrare verso la piazza.
Una piazza Garibaldi o Maggiore che dir si voglia, gremita, i sulmonesi non hanno temuto lo scoglio del contapersone e non hanno mancato l’appuntamento della Madonna che scappa.
Nessun timore come ha voluto sottolineare l’assessore Angelone che stamane sui social chiamava i cittadini “Rinnovo l’invito a tutti i concittadini e turisti a venire tranquillamente in piazza Garibaldi anche quest’anno, la manifestazione si svolgerà come sempre è stata e lo sarà. Nessun tipo di allarmismo”
La sensazione iniziale di città blindata delle prime ore è scemata poco dopo, anche se la presenza dei varchi, presidi di sicurezza, uscite sotto controllo segnalava la messa in atto della circolare Gabrielli. Ma allo scoccare delle 12 nessuno di certo ci ha più badato, neppure gli occhi privilegiati da balconi e terrazze, anche di chi da lassù si è forse esposto un po’ troppo.
Una delle processioni più belle del mondo, spettatori in piazza e in video da ogni dove per assistere alla manifestazione più rappresentativa di Sulmona, tra spiritualità e folklore, pathos e gioia entusiastica. Patrimonio della città e della bellezza, storia lontana quasi persa nel tempo, documenti, a quanto pare, andati persi nel terremoto del 1706.
La meraviglia e lo stupore di chi l’ammira per la prima volta, i turisti che chiedono cenni storici a ridosso dell’uscita di Maria dopo le esortazione di San Pietro e San Giovanni, i bambini sulle spalle dei papà con i palloncini stretti nella mano e poi gli occhi puntati su di lei, all’altezza di quel fontanone (fosse sempre così pulito), e la corsa verso il Figlio, con un sole che tra tutte queste previsioni e restrizioni, non ci si aspettava neppure. Buona Pasqua!
Anna Spinosa
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