Era successo con il terremoto lo scorso anno, poi con la neve e ancora con la crisi degli appalti alle cooperative. Il fuggi fuggi da palazzo San Francesco non poteva mancare neanche durante un’emergenza come quella del Morrone, nel rispetto della tradizione stacanovista del Palazzo.
Così dall’altro giorno, in particolare, si è svuotato l’ufficio tecnico: in ferie il dirigente Amedeo D’Eramo fino al 5 settembre, in congedo, fino al 4 settembre, l’altro pilastro dell’ufficio Maurizia Di Massa, che ricopre il ruolo, non proprio di secondaria importanza in questo momento, di responsabile delle funzioni di supporto per l’attività e i compiti di protezione civile (ora affidato a Fabrizio Petrilli), in ferie anche Barbara D’Aprile fino all’8 settembre.
I funzionari rimasti, tre in tutto considerando anche Caputi che dovrebbe stare all’ufficio sisma, sono stati dirottati ovviamente tutti al Com, da dove si gestiscono le operazioni di protezione civile.
A gestire l’ordinario, in pratica, non è rimasto nessuno e non è che le scadenze in vista siano da poco: a partire dalle scuole, il cui rientro, data la possibile indisponibilità nei tempi degli spazi necessari e dei Musp, potrebbe slittare, almeno per una parte degli studenti, di una settimana (al 18 settembre).
Abbiamo cercato di avere in merito qualche delucidazione dall’assessore ai Lavori Pubblici, Mario Sinibaldi: ma niente, anche lui è irreperibile, ovvero non risponde al telefono, né ai messaggi, né dà segni di vita e considerando che ha anche la delega alla Protezione civile, non è proprio un segno rassicurante e di trasparenza.
In fondo anche il sindaco Annamaria Casini, a differenza dei suoi colleghi del circondario, dal primo cittadino di Pratola Antonella Di Nino, a quello di Prezza Marianna Scoccia e ancora quelli di Pacentro Guido Angelilli, di Secinaro Celestino Bernabei e di Raiano Marco Moca, non risponde al telefono, né rilascia bollettini aggiornati che sarebbero utili alla popolazione, limitandosi a rilasciare qualche intervista alle tv che contano, vantando la realizzazione di strade di cui non è stata artefice o lamentando l’insufficienze degli aiuti mandati o ancora per annunciare dimissioni che non arrivano.
Da qualche giorno, anzi, è sparita anche da Facebook (l’ultimo post risale al 27 agosto) e il suo efficiente ufficio stampa-staff, sempre pronto ad illuminarci sull’inaugurazione della mostra di turno, non rilascia comunicati stampa da tre giorni (quando ce ne vorrebbero tre al giorno).
Neanche per le comunicazioni di servizio: come l’ordinanza sindacale firmata ieri che vieta su tutto il territorio comunale di accendere fuochi all’aperto; tenere in esercizio fornaci, forni a legna, discariche pubbliche e private incontrollate; gettare mozziconi di sigaretta e sigari, carboni e fiammiferi; lanciare razzi anche quelli consentiti dalla legge; abbandonare rifiuti.
Per le cene con gli amici in giardino si rischiano multe fino a 500 euro… basta saperlo.
Se non erro le ordinanze non possono riguardare luoghi privati se non in caso di reale e concreto rischio che possa mettere a rischio la pubblica incolumità pertanto il divieto di fare una grigliata in giardino non può esistere ed è impugnabile. Le Ordinanze sindacali o vengono scritte facendo riferimento a reali situazioni di pericolo tipo: “è vietata l’accensione di fuochi di qualsiasi genere in ogni luogo pubblico o accessibile al pubblico e, nei luoghi privati, qualora manchino le condizioni di sicurezza atte ad impedire la propagazione del fuoco in caso di perdita di controllo dello stesso e in assenza di materiale idoneo ad un rapido e pronto spegnimento.” oppure si prestano bene ad essere impugnate qualora dovessero scaturire sanzioni. Se uno si vuole fare una grigliata sul balcone lontano da alberi e erba secca lo può fare venendo a mancare la condizione di pericolo (motivo su cui si basano le ordinanze e che perdono validità al termine del pericolo). Se poi uno è idiota da accendere una griglia vicino ad erba secca e provoca un incendio, anche se partito da un luogo privato, è perseguibile secondo le vigenti leggi in materia e può essere condannato a pagare i danni cagionati a terzi, senza bisogno dell’ordinanza. L’ordinanza è un mezzo sì potente, ma spesso viene usato a sproposito. Infatti sono urgenti e contingibili e hanno validità fino al termine della situazione di pericolo. Devono far riferimento ad un rischio concreto previa valutazione puntuale.
bene,l’articolo evidenzia l’assenza del dovere,l’obbligo di erogare servizi ai Cittadini,oltretutto esiste un ’emergenza,quindi tutti dovrebbero dare il massimo,il meglio
ovvio per il ruolo,le qualita’,la professione,la preparazione,le conoscenze,ecc,ecc,….
illuminante la sindaca del vicino Comune,assessori,consiglieri,ecc, ,in prima persona,sul fronte,coordina,aiuta,cerca di essere utile,controlla,ordina,esegue,fa tutto di piu’….mentre da noi,tutti al mare,visibilita’sui mezzi di comunicazione,tavole rotonde,annunci,
dichiarazioni,inutili ordinanze,ecc,ecc,il tutto possibilmente delegato ad altri,in caso
le responsabilita’ saranno…dunque? Vergognosi,sgradevoli,odiosi cotardi,vigliacchi,bravi solo nei comunicati,tutti privi di riscontri,illusioni,magiche illusioni,gia’ pronti 300 milioni per gli alberi…forse per fare p… animali a coda bassa,o no?