A fine serata, con l’arrivo del buio e lo stop forzato del Canadair, il bilancio è già drammatico: oltre ottanta ettari di vegetazione divorata, tra pini, querce, faggi e ginestre. Senza contare tutto quello che c’è e che potrebbe esserci rimasto dentro al maledetto rogo scoppiato oggi poco prima di mezzogiorno a Pacentro, sul Monte Mileto. Lupi, cervi, caprioli, solo per citare alcune delle specie faunistiche che ci vivono.
Un bilancio provvisorio, comunque, perché l’incendio è ancora in corso, seppur sotto controllo, presidiato per tutta la notte dai vigili del fuoco, dalla protezione civile e dai carabinieri-forestale. La speranza è che non si riaccenda, che il vento dia una tregua e che, soprattutto, domani mattina, alla ripresa delle operazioni di spegnimento ci sia la pioggia (annunciata) a dare una mano.
Diversamente, d’altronde, non si può fare: la zona impervia è raggiungibile solo per via aerea, solo con elicotteri e aerei.
E già monta la polemica sul fatto che i mezzi a disposizione siano stati troppo pochi: “La percezione che si ha dell’azione politica delle Istituzioni Regionali, in questa stagione di incendi – scrive la consigliera comunale Elisabetta Bianchi – è di mera rincorsa agli eventi catastrofici e mai dell’investimento nel potenziamento di una catena efficiente di prevenzione, controllo e di sensibilizzazione culturale in territori preziosi dal punto di vista naturalistico ed imprescindibile risorsa per una Regione che ambisce ad una vocazione turistica”.
Ora e domani, però, è soprattutto il tempo di arginare i danni, di lenire quella profonda ferita aperta nel cuore del Parco della Majella, su uno dei sentieri più visitati e solcati dell’Abruzzo montano.
La rabbia, però, è tanta, soprattutto perché l’incendio è stato quasi una catastrofe annunciata: probabilmente appiccato con dolo, dopo una serie di episodi sospetti e inquietanti, che da Rocca Pia a Sulmona, fino in Valle Subequana, hanno segnato la cronaca degli ultimi giorni.
La mano di uno o più piromani, che stanno distruggendo il patrimonio più importante della nostra terra, tanto dal punto di vista ambientale che da quello turistico ed economico.
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