Body shaming nei confronti della Nannarone, condannato

La nostra redazione lo aveva censurato prontamente, definendo il commento “diffamatorio, offensivo, disgustoso”. E così deve averla pensata anche il tribunale di Sulmona che, con decreto penale, ha condannato Giovanni Di Simone, sessantadue anni di Goriano Sicoli, alla multa di 400 euro.
L’uomo aveva postato in calce ad un articolo del Germe, relativo alla valanga di offese ricevute da Teresa Nannarone per aver srotolato uno striscione durante il comizio di Matteo Salvini a piazza XX settembre nel gennaio del 2019, un commento sessista e offensivo, nel quale con una improbabile connessione logica, che partiva dalle violenze subite da Pamela e Desirée ad opera di alcuni immigrati, definiva “vecchia e scaltra” l’attuale presidente del circolo del Pd cittadino, ritenendola per questo “improbabile oggetto di stupro”. Una forma di body shaming (ovvero offendere o deridere una persona per il suo aspetto fisico) vera e propria, insomma, figlia dell’odio da tastiera che nelle ultime ore abbiamo visto riaffiorare per il caso di Silvia Romano e che da parte della Nannarone, da sempre attiva in difesa delle donne, era stata oggetto di una denuncia-querela.


Il tribunale di Sulmona le ha dato ragione, come, singolare circostanza, lo stesso Giovanni Di Simone ha comunicato alla nostra redazione chiedendo di pubblicare la notizia della sua condanna. Chissà se per un pentimento o almeno un ravvedimento.
“Troppo spesso se ad esprimere un’opinione, compiere un’azione o recitare un ruolo politico a qualsiasi livello è una donna – commenta la Nannarone -, la risposta è una risposta d’odio, violenta, sessista, e che non entra mai nel merito delle questioni poste. Quotidianamente le donne in quanto tali, sul web e non solo, sono oggetto di insulti, espressioni diffamatorie ed episodi di body shaming. Tutto questo nel 2020 ed in un Paese che ambisce a definirsi ‘civile’ è davvero inaccettabile, quindi denunciare diventa un dovere e non una facoltà”.


In realtà il gesto di protesta della Nannarone nei confronti della politica anti immigrazione di Salvini (lo striscione riportava una frase di Ovidio nel quale si definiva “empio colui che non accoglie lo straniero”) era stato preso di mira da decine di leoni da tastiera e tra questi anche donne che, alla Nannarone, avevano augurato di essere stuprata.
“La mancanza di rispetto nei confronti delle donne in generale non è un fatto slegato da altri accadimenti che dobbiamo sempre tenere ben presenti: dalla violenza domestica ai femminicidi, dalla negazione del linguaggio di genere al disconoscimento delle capacità lavorative ed intellettuali. Ciò dimostra – aggiunge la Nannarone – l’arretratezza culturale dell’Italia e che la strada da fare è ancora lunga, ma non sono pochi gli uomini che prendono le distanze dai loro simili rispettando e valorizzando le donne ed i loro talenti e compiendo con loro un percorso di crescita culturale di cui beneficerà tutta la società. Nel frattempo spero che ogni donna, colpita nel corpo e nell’anima dalla violenza dei gesti e delle parole, non esiti a denunciare senza alcun ripensamento e senza alcuna pietà comportamenti inaccettabili posti in essere da uomini troppo deboli per confrontarsi nel rispetto delle donne ed ancora avvezzi al tentativo primitivo e ormai patetico del dominio”.

7 Commenti su "Body shaming nei confronti della Nannarone, condannato"

  1. La vicenda si è conclusa come dovevasi.
    Ed è per certo un esempio per tutti noi, che troppo fiduciosi della presunta “irrintracciabilità” sulla rete, anche se in questo caso il reo si era diligentemente autografato, di come alla polizia postale non manchino mezzi per scovarci, oltre che su quelle che sono le normali norme di “netiquette”, su quale è il corretto modo di utilizzare la rete e dei suoi “rischi non calcolati”.
    Quindi a prova provata, ora e ancor più di prima, ricordiamoci di attivare prima che la tastiera… il buon senso ed il cervello!!!

  2. ai posteri l’ardua sentenza. l’attività di querela dovrebbe aumentare parallelamente all’incremento di utilizzo dei social. meditate prima di scrivere.

  3. Giovanni Di Simone | 11 Maggio 2020 at 12:36 | Rispondi

    La circostanza singolare che ha ipotizzato il nostro amico giornalista non è tale, e non è neanche collegata al convegno recente della Boldrini sul body-shaming che proprio non mi interessa in quantoche’, sempre preso da altri impegni non ho possibilità di partecipare alla vita politica neanche come elettore se da almeno 30 anni non mi reco alle urne. La circostanza è legata alla data odierna 11 maggio , ricorrenza della festività di Santa Gemma reclusa in Goriano Sicoli se anche il mio commento che ha tanto indispettito nell’intrinseco lla Signora Nannarone era connesso alla agiografia della mentovata Santa ,ugual come agiografia di Santa Maria Goretti. Ciò per la tristezza e lo smarrimento odierno se per ulteriore abuso simile a quello detto commesso dal Conte di Celano , un foggiano a palazzo Chigi , per superficialità e iattanza,la mantiene reclusa anche questi giorni che doveva uscire , quando potendosi per civile specialità del rito (non essendo l’assembramento da Heysel della festa di San Domenico in Cocullo) provvedere lo stesso a distanziata distribuzione del pane per il paese come è sempre accaduto senza mai interruzione, neanche, per come ci hanno sempre detto i vecchi ed altresì rilasciato in una rintracciabile intervista da una zia, Rosa Elvira, durante gli anni 1941 1942 1943 1944 1945, con identiche quantità di grandiose pagnotte di pane bianco ,indifferenti alla contingenza, anche ad attuale dimostrazione che il food delivery non è stato inventato dalle applicazioni di Google ma da Santa Gemma Vergine. Seppoi un altra foggiana a Sant’Agostino dimostra di non averne conoscenza quando in non lontano passato partecipavano a questa festa anche da Sant’Agata di Puglia. Grazie.

    • Sarà compito della redazione risponderle sulla sua precisazione. Nel frattempo, ci uniamo un po tutti al suo sconforto per il mancato festeggiamento “civile”, ma come tanti altri “fedeli religiosi”, potrà esserle vicino con il cuore e con le preghiere.
      Vista la “congiuntura sfavorevole” per il più pagano food delivery, vorrà dire che faremo affidamento ad uno dei tanti servizi online di ordinazione e consegna pasti a domicilio, non sarà la stessa cosa, ma l’usanza è salva.

      • Giovanni Di Simone | 11 Maggio 2020 at 23:17 | Rispondi

        Caro temp, per “civile” non intendevo laico ma  la più urbana qualità della manifestazione religiosa se il rito del pane  di Goriano è più esattamente interprete delle moderne virtù della carità e della solidarietà portate dal Cristianesimo ,ed è propabilmente più elevato dei riti della Madonna che scappa in piazza con  una performance sportiva  o della esposizione di pericolosi animali  come a Cocullo, apparendo questi ultimi due come la ripetizione in continuo di spettacoli  che si svolgevano nelle arene dai  millenni ancestrali ben prima di Roma seppoi tal rozze e primitive  caratteristiche travasate indenni nel Cristianesimo  richiamano ancora con successo   in maggior numero più assiepamenti di rudimentali spettatori che il coinvolgimento spirituale dei devoti . Perciò se il Governo con i propri Commissari dispone di una sorta di zonizzazione sismica di varietà provinciale, potrebbe, tramite gli stessi, più accuratamente agire villaggio per villaggio e magari ,per il fine ipotetico di evitare il contagio, impedire come con buona logica accaduto, le tradizioni di Sulmona o di Cocullo, e magari ,poiché non ragionevolmente necessario, soltanto far svolgere in modo ridotto i diversi riti di Goriano, ma non è successo.

        • Al di fuori delle sue descrizioni di ostentazione religiosa più o meno caritatevoli, la verità finale resta nell’ancestralitå della sua amata rappresentazione che è quella che alla fine l’uomo cerca e desidera e che ora manca. Curioso il suggerimento del chi debba decidere il “ragionevolmente necessario” per lo spirito dei fedeli, dove questa funzione è demandata essenzialmente al clero che ha diligentemente ed intelligentemente seguito le indicazioni del governo. Quello che non è successo succederà nuovamente e momentaneamente nei momenti di sconforto quale questo, non vi è nulla di più religioso che il rinnovo della fede nella preghiera per mondare la nostra anima peccatrice, cosa che certamente non può che essere confermata dal parroco del paese per conferma. Una soluzione potrebbe essere l’aggrefarsi ad un gruppo di preghiera. Chieda senza reticenza certo che sarà accolto nel grembo della Chiesa amorevole e caritatevole e vedrà che supererà anche questa ennesima prova che il Signore Iddio le ha dato da compiere!
          Con ciò spero di averla rincuorata nello spirito, devo andare, c’è messa fra poco.

  4. …” o della esposizione di pericolosi animali come a Cocullo, …”
    Mi sembra che a Cocullo sulla statua del Santo vi siano solo Cervoni e Saettoni serpenti innoqui e non velenosi della famiglia dei Colubridi.

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