Biondi al vertice dell’Anci Abruzzo. Il PD contro “il colpo di mano” del centrodestra

“Un atto di arroganza” compiuto laddove serviva condivisione, così il Partito Democratico ha definito l’elezione di Biondi ai vertici dell’ANCI Abruzzo. “Una pagina nera scritta dal centrodestra” coerente all’idea che le “istituzioni siano terre di conquista” come ha dichiarato il segretario regionale del PD Daniele Marinelli che alla conferenza stampa sul rinnovo dei vertici dell‘ANCI ha sottolineato come “siamo l’unica regione in Italia che non ha un presidente condiviso” e come, per la prima volta in Abruzzo, a capo dell’associazione nazionale comuni italiani non c’è un nome che esprima unitarietà.

Del resto, continua il comunicato del Partito Democratico, “ci è stato detto: o Biondi o morte!” e questo per “eliminare possibili note critiche e trasformare la voce dei sindaci in uno strumento inoffensivo per il Governo”.

Non usano mezzi termini i rappresentanti del PD per denunciare quella che loro definiscono “una scelta di politicizzare ogni decisione presa in Abruzzo per far fare carriera a qualcuno” come ha dichiarato il consigliere regionale e capogruppo Silvio Paolucci convinto che “individuare in accordo una figura di centrodestra che potesse fare da raccordo per tutte le forze politiche sarebbe stato l’ideale”. Un’elezione da cui i sindaci abruzzesi non trarranno alcun vantaggio, ha aggiunto Paolucci ricordando che Biondi “non ha levato verbo sulla sanità abruzzese, sull’aumento delle tariffe del trasporto pubblico locale e sulle gare che Areacom sta facendo sulle mense scolastiche e sul trasporto dei bambini a scuola”.

Preoccupazioni quelle del Partito Democratico confermate dalle stesse parole di Biondi che appena dopo la chiusura del congresso dell’ANCI ha affermato che “tutto sommato il comparto degli enti locali è stato colpito meno che negli anni passati da questa legge di bilancio”. Parole che per il senatore PD Michele Fina hanno voluto rimarcare una differenza fra i governi di centrosinistra e quello attuale laddove, continua Fina “la verità è che nessun sindaco è contento di questa legge di bilancio perché c’è un taglio di un miliardo e mezzo di euro che si aggiunge al miliardo già tagliato nella scorsa legge finanziaria”.

Così, mentre “ovunque in Italia si sono fatti accordi su figure che non avessero ruoli politici” trovando un punto di sintesi, “in Abruzzo si è voluto fare un colpo di mano” imponendo un nome non condiviso, quello di Biondi che, per il Partito Democratico, non è in grado di garantire l’effettiva e reale rappresentanza dei territori. “Un atto di arroganza contro il quale vogliamo protestare – concludono i rappresentanti del PD – per stare accanto a quei sindaci che vogliono far giungere la loro voce fino a Roma senza silenziatore”.

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