Bilancio in passivo, pochi servizi e saldo mobilità negativo: i numeri horror della Asl1

Sono dati terribili quelli che la Cgil L’Aquila snocciola, per mano del Segretario Generale Francesco Marrelli, in merito al passivo di bilancio della Asl1 e al saldo di mobilità. Nel 2023, il passivo fatto registrare, è di oltre 46 milioni di euro; nel 2022 di 67 milioni; nel 2021 di circa 29 milioni; nel 2020 e di 24 milioni nel 2019. Costi in aumento per servizi che non tendono a migliorare. Basti pensa alle lunghe lista d’attesa, con esami strumentali e non impossibili da svolgere prima di un anno. Sempre che non si ricorra alla “scorciatoia” dell’intramoenia, che accorcia i tempi biblici da lunghi mesi a poche ore.

“Non vorremmo ritrovarci, per porre riparo ai danni prodotti, con un’ulteriore riduzione dei servizi – commenta la Cgil -, o con il licenziamento di lavoratrici e lavoratori degli appalti, riduzioni di orario di lavoro e salario, per responsabilità imputabili esclusivamente a chi ha causato una tale situazione. Come, d’altronde, è già avvenuto per i Nuclei di Cure Primarie con la mancata sostituzione dei medici di medicina generale in quiescenza, che ha compromesso la continuità assistenziale h12 per migliaia di cittadine e cittadine, arrecando, allo stesso tempo, un grave pregiudizio al personale impiegato nei Nuclei. Ciò, ammesso dalla stessa Direzione nel Piano Strategico, è stato riconfermato nel bilancio consuntivo 2023, nella parte in cui si legge che nell’anno di riferimento si è verificato “un decremento nel complesso della voce “Acquisti di servizi sanitari – Medicina di base” pari ad euro 1.461.308 dovuti per i MMG alla cessazione di convenzionamenti e al contenimento di subentri in forme associative”.

C’è, poi, il dato del saldo complessivo della mobilità, passato da un saldo positivo del 2019, di circa 4 milioni di euro, ad un saldo negativo di oltre 24 milioni nel 2023. Il 2022 si era chiuso con un saldo negativo di quasi 16 milioni, il 2021 di oltre 9 milioni ed il 2020 di circa 5,5 milioni. Il record storico, negativo per la mobilità passiva, si è registrato lo scorso anno: oltre 77 milioni di euro. Una quota mai raggiunta negli ultimi cinque anni. Il numero crescente delle persone che sono costrette a spostarsi per curarsi è confermato nel 2023 dal forte aumento della mobilità passiva da pubblico extra-regione di oltre 6 milioni di euro rispetto al 2022.

Un dato fortemente connesso ai (non) servizi offerti per il cittadino. Le lunghe liste di attesa non rispondono alle esigenze di salute di cittadine e cittadini e l’assenza e la scarsità di servizi sanitari e di personale stanno portando migliaia di persone a curarsi fuori provincia, o addirittura fuori regione, con il ricorso sempre più frequente anche alla sanità privata. Insomma, aumenta il divario tra chi le cure potrà permettersele e chi no, o almeno dovrà aspettare i tempi biblici del sistema sanitario provinciale.

“La mobilità – conclude la Cgil – è un fenomeno che coinvolge sì elementi sanitari, ma anche sociali ed economici, con ricadute sul territorio implicanti le gravi disuguaglianze che stanno esplodendo nella nostra Provincia. Il saldo di mobilità dimostra come, nonostante l’immane sforzo compiuto da tutto il personale dei vari profili professionali, stia peggiorando il livello di qualità dell’assistenza erogata, rendendo sempre meno attrattivo e funzionale il nostro sistema sanitario provinciale. La provincia dell’Aquila non merita questa grave disattenzione da parte di chi è estraneo alla nostra comunità per conoscenza e senso di responsabilità. Questo territorio ha necessità di investimenti condivisi, di una programmazione che parta dai bisogni sanitari insoddisfatti e che veda tornare ad essere punto di riferimento, per la prevenzione e per la cura, il sistema sanitario pubblico, riconfermandone i principi di universalità, equità e gratuità. Solo attraverso questo cambiamento eviteremo il costante spopolamento e l’impoverimento del nostro territorio”.

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