I due anni, quelli che si erano detti necessari per la riapertura, sono trascorsi, ma della sede dell’Agenzia di promozione culturale di piazza Venezuela, non se ne è saputo più nulla. Nonostante la richiesta di accesso agli atti fatta dal sindaco e a cui, ad oggi, non è dato sapere se è stata data risposta.
Era il 16 maggio del 2017 quando la Regione, dopo una serie di controlli sulla vulnerabilità sismica dell’edificio, decise per la chiusura di palazzo Portoghesi, lasciando la città per mesi senza una biblioteca, prima di trovare una soluzione alternativa, ma temporanea, nei locali dell’Inps.
Ora l’argomento torna nell’agenda della Regione con un’interpellanza presentata dal consigliere regionale dei 5 Stelle Giorgio Fedele: “Nei mesi di novembre e dicembre 2016 e gennaio-febbraio 2017 sono state effettuate alcune verifiche sulla vulnerabilità sismica dell’edificio che hanno rilevato un basso indice di vulnerabilità sismica – spiega Giorgio Fedele – a seguito di queste verifiche, sono stati chiusi l’Agenzia di Promozione Culturale-Biblioteca Regionale e il Centro Regionale Beni Culturali di Sulmona, lasciando la città priva non solo del Centro di Promozione Culturale e Biblioteca, ma anche dell’unico spazio gratuito di aggregazione che serviva non solo Sulmona ma tutto il territorio della Valle Peligna.
Uno spazio che contava una presenza annua costante di migliaia di utenti tra studenti, associazioni ed enti. L’allora direttore del Dipartimento Cultura Giancarlo Zappacosta ha pubblicamente dichiarato al momento dell’insediamento nel nuovo stabile che questa situazione si sarebbe conclusa con un sacrificio di circa due anni visto che la struttura non può rimanere cattedrale nel deserto, e annunciava anche che sarebbero stati stanziati nei successivi bilanci regionali un milione e 400 mila euro. Ma la chiusura dell’immobile è stata disposta il 16 maggio 2017 e a oggi, palazzo Portoghesi resta in uno stato di abbandono. Vogliamo capire – continua il consigliere regionale -, quindi, quali sono le intenzioni dell’attuale amministrazione per ridare gli spazi culturali di cui la città di Sulmona e tutta la Valle Peligna hanno diritto. A nostro avviso le risorse sono da individuare all’interno della Regione anziché attraverso procedure di reperimento fondi esterne che allungherebbero i tempi di fatto già scaduti”.
La chiusura di quell’immobile non ha mai convinto. Una struttura in cemento armato di un grandissimo architetto. Sembrava un bunker, per quanto bello e accogliente: perché non fare un sopraluogo veramente qualificato dell’immobile?
Come pure della biblioteca comunale: il bar è aperto, l’agenzia di viaggi pure, solo il liceo e la biblioteca sono chiusi: un terremoto talebano: contro la cultura.
Bah!