Esce dalla sede di corso Ovidio per trasferirsi al Gran Caffè di piazza XX settembre: il Pd locale, dopo la lezione delle urne, decide che “è ora di incontrare la gente”. Fa autocritica e apre a “tutte le diverse anime democratiche che esistono in città per trovare una casa comune”, un richiamo all’ovile insomma di tutti i fuoriusciti con l’obiettivo di rifondare il partito in vista delle elezioni regionali e per lavorare a livello territoriale.
Dietro al tavolino del bar il segretario Sergio Dante, il presidente Sandro De Panfilis e il capogruppo Antonio Di Rienzo. Che non nascondono il loro imbarazzo verso una gestione del partito a livello regionale che “continua in un prolungato silenzio dopo le annunciate e poi ritirate dimissioni del segretario Rapino”. Una stoccata che fa capire anche da che parte stanno i peligni, il cui non certo brillante risultato del 4 marzo è il frutto anche di questa distanza dai regionali.
Superare dunque la diaspora per unire le forze e riprendersi lo spazio dentro e fuori il Pd, perché di lavoro da fare ce n’è tanto in una città che è al completo sbando amministrativo.
“Noi siamo continuamente all’opposizione – spiegano i tre – e lo faremo sentire prossimamente con una serie di interrogazioni su sisma, aggregati e Bimillenario”. Perché finora non è che i Dem in Comune abbiano ribaltato i tavolini, insomma, anche se ci tengono a sottolineare che “abbiamo sempre votato contro”.
Poi la preoccupazione sulle sorti della sede del liceo classico “per il quale si rischiano di perdere i finanziamenti, e la cui riattivazione – continuano – è la prima delle azioni da fare per rivitalizzare il centro”.
Il Pd riparte, insomma, o almeno ci prova, in attesa delle decisioni dell’assemblea del 23 aprile che dovrà decidere se sarà necessario fare un nuovo congresso o le primarie. “Intanto sono aperte le iscrizioni – spiega Dante – e speriamo che in molti si possano riavvicinare al partito”.
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