Il calo degli ospiti nelle case di riposo, quello degli alunni dell’asilo Margherita e poi “gli atavici problemi strutturali” del patrimonio. Sono queste le motivazioni ufficiali che domani porteranno i due consiglieri di amministrazione e il direttore della Casa Santa dell’Annunziata a rassegnare le proprie dimissioni “affinché sia la Regione Abruzzo ad individuare le azioni da intraprendere per risolvere le criticità”.
Dietro la facciata dell’addio dei consiglieri Filiberto Di Tommaso e Lidia Procario, e del direttore Salvatore Di Iorio, ci sarebbe però ben altro, ovvero la testa del presidente Catia Puglielli che la sindaca di Sulmona avrebbe preteso come atto aggiuntivo, oltre alle “smisurate preghiere”, per ritirare le sue dimissioni.
La Casini, insomma, per tornare a fare il sindaco avrebbe chiesto al suo mentore regionale di definire lo scontro che si è aperto tra lei e la Puglielli nella gestione dell’Asp e soprattutto dei rapporti di questa con il Comune.
Altro che Snam.
In particolare sarebbero due i motivi dello scontro e cioè il mancato rinnovo della convenzione di affitto dei locali di palazzo Annunziata e la gestione delle assunzioni fatte in totale autonomia dalla Puglielli.
Nello specifico la Casa Santa e il Comune non hanno ancora siglato l’accordo (che pure era stato dato per certo appena un mese fa) per i canoni di locazione di palazzo Annunziata, dove cioè ci sono i musei e gli uffici turistici, oltre all’auditorium. E questo perché, nonostante il prezzo ridotto rispetto al passato (44mila euro anziché 70mila del passato) il Comune si sarebbe rifiutato di accollarsi le spese di manutenzione straordinaria. Tant’è che ad oggi il Comune occupa gli spazi del plesso con la convenzione scaduta, ovvero da “abusivo”.
C’è poi la questione delle assunzioni fatte dalla Puglielli ricorrendo al Centro per l’impiego e senza coinvolgere nella scelta il Comune.
Sullo sfondo un buco in bilancio da circa 200mila euro che, tuttavia, data la portata del patrimonio dell’Asp, è poca cosa.
La Casini cerca di ottimizzare il suo rientro insomma chiedendo spazi e nuove posizioni politiche: d’altronde non è un caso che le dimissioni dei tre saranno depositate domani, a ventiquattro ore dalla scadenza dei venti giorni di vacatio del sindaco.
Una sorta di garanzia nel “baratto” delle dimissioni.
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