Si dice “basito” il Segretario Generale CGIL L’Aquila, Francesco Marrelli, in merito alla replica della Asl1 sugli avvisi di pagamento piovuti addosso ai cittadini della provincia dell’Aquila, da parte dell’Agenzia delle Entrate, per la mancata disdetta delle prestazioni sanitarie. L’azienda sanitaria, il 30 dicembre, aveva ribadito la legittimità e la correttezza del proprio operato, dichiarando di aver applicato una legge dello Stato che non lascerebbe alcun dubbio di interpretazione.
“Il fatto è che la ASL1 continua ostinatamente ad ignorare due questioni di non poco conto – commenta il sindacalista -. Per prima cosa, infatti, è bene ricordare che, solo fino allo scorso anno, la ASL1 aveva adottato una prassi aziendale in forza della quale, per annullare la prenotazione di prestazioni sanitarie, bastava effettuare una semplice telefonata o recarsi personalmente al CUP, comunicando verbalmente la disdetta della prenotazione, senza ricevere in cambio alcuna ricevuta, come puntualmente riportato dai cittadini e dalle cittadine che si sono rivolti a noi per avere delucidazioni sul punto. Invero, va detto che le persone, per disdire la prenotazione di prestazioni sanitarie, avevano provveduto, proprio come da prassi, ad effettuare una telefonata o a recarsi personalmente al CUP, senza avere in cambio alcuna ricevuta scritta dell’avvenuta disdetta”.
A detta di Marrelli, “quanto asserito dal Direttore Generale è ciò che accade oggi e descrive le circostanze attuali, non quanto effettivamente avveniva solo fino allo scorso anno. Diversamente, di quanto accadeva negli anni passati ai quali gli avvisi di pagamento fanno riferimento non viene accennato alcunché da parte del Direttore Generale”.
In altre parole, la Asl aquilana, fino a qualche tempo fa, non si è mai preoccupata di disciplinare correttamente le modalità di disdetta delle prenotazioni delle prestazioni sanitarie, adottando, al contrario, una prassi aziendale priva di qualsivoglia formalità procedurale che non ha evidentemente tutelato i cittadini e le cittadine della nostra Provincia. E ciò, nonostante la Delibera della Giunta Regionale n. 265/2019 preveda che “le Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie sono tenute a rendere il più agevole possibile per l’utente la eventuale disdetta della prenotazione”.
“Oltre a ciò – prosegue la nota della Cgil -, la seconda questione che la ASL1 sembra continuare ad ignorare è che gli avvisi di pagamento di cui trattasi fanno riferimento, come anticipato, ad annualità risalenti nel tempo; eppure questi avvisi di pagamento sono stati emessi in forza di sanzioni amministrative per le quali, a norma di legge, opererebbe una prescrizione quinquennale. Sembra, quindi, che la ASL1 abbia inviato ai cittadini e alle cittadine della Provincia dell’Aquila migliaia di avvisi di pagamento sulla base di sanzioni amministrative ormai prescritte”.
La Cgil torna così a chiedere nuovi chiarimenti all’Azienda Sanitaria e, soprattutto, la convocazione della Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo per una disamina puntuale della problematica.
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