Il Natale è passato e tra le indigestioni nei cenoni non è ancora andata giù la vicenda degli avvisi di pagamento, da parte dell’Agenzia delle Entrate, ai cittadini residenti nella provincia dell’Aquila per la mancata disdetta di prestazioni sanitarie per i più svariati importi. Tant’è che la Cgil della Provincia dell’Aquila ha conferito mandato ai propri legali al fine di avviare, ove ne ricorrano le condizioni, un’azione giudiziale inibitoria o restitutoria nei confronti dell’Azienda Sanitaria.
La diffida è arrivata oggi per la Asl. Gli avvisi di pagamento, a detta dalla Cgil, sembrerebbero stati emessi in via del tutto arbitraria, senza che l’Azienda rendesse agevole né certa l’avvenuta disdetta, come invece previsto dalla Delibera approvata nel 2019 dalla Giunta regionale.
“Ed infatti – rimarca la Cgil -, fino a pochissimo tempo fa, la ASL1 aveva adottato una prassi aziendale in forza della quale, per annullare la prenotazione di prestazioni sanitarie, bastava una semplice telefonata al CUP che, di rimando, non forniva alcuna conferma scritta dell’avvenuta disdetta, o, in alternativa, era sufficiente recarsi personalmente presso il CUP, limitandosi a comunicare verbalmente la disdetta della prenotazione, senza ricevere in cambio alcuna ricevuta”.
Oltre a ciò, sottolinea il sindacato, tali avvisi di pagamento fanno riferimento ad annualità di molto risalenti nel tempo; alcune addirittura al 2015.
Secondo il Segretario Generale CGIL L’Aquila, Francesco Marrelli, la Asl, per il tramite dell’Agenzia delle Entrate, ha ingiunto ai cittadini e alle cittadine della Provincia dell’Aquila di pagare gli importi più svariati in forza di sanzioni amministrative che sembrerebbero ormai prescritte.
“Questa situazione è intollerabile – rimarca Marrelli – in quanto, a parere della scrivente, non solo si pone in aperto contrasto con le sopramenzionate disposizioni, ma arreca un vulnus alle cittadine ed ai cittadini della Provincia dell’Aquila che, in alcuni casi, e non senza sacrificio, hanno già provveduto a pagare quanto richiesto dalla ASL1, e, nella maggior parte dei casi, non sapendo cosa fare, si trovano in una condizione di confusione e di incertezza. Chiediamo, pertanto, che gli avvisi di pagamento vengano immediatamente revocati, o quantomeno sospesi, in attesa dei doverosi chiarimenti in merito, nell’interesse dell’intera collettività”.
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