
Era presente anche la direzione strategica della Asl 1 all’audizione dell’associazione dei consumatori Adicu svoltasi ieri in commissione vigilanza della Regione Abruzzo per far luce sulla vicenda degli avvisi di pagamento recapitati ai cittadini su incarico della Asl per le asserite mancate disdette delle prenotazioni sanitarie.
“Una vicenda gravosa” come la definiscono dall’Adicu che al manager della Asl ha posto “un quesito specifico e chiaro” in merito ai criteri adottati per identificare i soggetti destinatari di tali richieste di pagamento. Richieste “improvvide” secondo l’associazione di consumatori e non “bonarie” come invece le ha definite l’azienda sanitaria che ha richiesto il pagamento sia a cittadini che hanno disdetto la prenotazione via telefono sia, “a coloro che hanno effettuato la prestazione prenotata, oltre a minorenni e deceduti”. In più, precisano dall’Adicu, tra coloro che sono stati raggiunti dagli avvisi dell’Agenzia delle Entrate anche cittadini nei confronti dei quali “è stata la stessa Asl a spostare l’appuntamento per prestazioni che sono state poi effettuate o che sono ancora da effettuarsi”.
Centociquantamila avvisi di pagamento, “richieste avanzate senza alcun criterio giuridicamente e fattivamente valido” continuano i rappresentanti dell’associazione dei consumatori che dalla Asl hanno ricevuto solo “risposte vaghe e certamente non esaustive”. E all’azienda sanitaria che afferma che il pagamento da parte degli utenti corrisponde a un riconoscimento di colpa, l’Adicu ricorda che “nella stragrande maggioranza dei casi i cittadini, per lo più anziani, hanno rinunciato ad adire le vie legali poiché considerate più onerose sia in termini economici che in termini di dispendio di tempo ed energie”.
La Asl inoltre, i cui rappresentanti hanno dichiarato che “finora sono stati incassati più di due milioni e mezzo di euro”, non ha fornito alcuna risposta in merito a come il cittadino possa dare prova di aver effettuato una disdetta telefonica. Questo quanto sottolineato dall’Adicu che dall’azienda sanitaria ha ricevuto solo la comunicazione “di aver attivato per l’eventuale revisione delle richieste un unico sportello presso la sede della direzione generale all’Aquila, tralasciando tutta la provincia ove sono presenti numerosi presidi ospedalieri”. La Asl addossa così ai cittadini l’onere di discolparsi “senza aver commesso alcun illecito solo perché gli avvisi sono stati recapitati senza alcun criterio, o meglio casualmente”. Una situazione per la quale gli sportelli Adicu sono pronti a ricevere chiunque voglia agire per la tutela dei propri diritti nelle sedi più opportune.
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