“Chiediamo la sospensione degli avvisi e l’avvio di una discussione in sede di Commissione di vigilanza del consiglio regionale e, se ciò non dovesse avvenire, saremmo di fronte all’ennesima ingiustizia perpetrata ai danni dei cittadine e delle cittadine della nostra Provincia, che ci vedrà costretti a mobilitarci, anche per le vie legali, a difesa della nostra Comunità”.
Continua la battaglia della CGIL L’Aquila contro gli avvisi di pagamento per le mancate disdette di prestazioni sanitarie non eseguite dalla ASL 1, una situazione che da giorni sta provocando un “clima di incertezza e confusione” tra cittadini e cittadine della Provincia dell’Aquila. Utenti dell’azienda sanitaria che si sono visti recapitare da parte dell’Agenzia delle entrate avvisi di pagamento dei più svariati importi, per la mancata disdetta di prestazioni sanitarie prenotate ma mai effettuate. “É vero che – ricordano dalla CGIL – il d. l.gs n. 124/1998 prevede la possibilità di disdire la prenotazione di una visita prima della data fissata e che, in assenza della disdetta, sia necessario pagare il ticket” ma questo, spiega il sindacato, “non elimina il problema” dal momento che “tali avvisi di pagamento non solo fanno riferimento ad annualità risalenti, ma sono stati emessi in via del tutto arbitraria”. Ovvero, secondo “una prassi aziendale in forza della quale, per annullare la prenotazione di prestazioni sanitarie, bastava una semplice telefonata al CUP che, di rimando, non forniva alcuna conferma scritta dell’avvenuta disdetta” per cui, era sufficiente recarsi presso il CUP e comunicare verbalmente la disdetta della prenotazione, senza ricevere in cambio alcuna ricevuta.
Come è possibile dunque, si chiede la CGIL, che i cittadini e le cittadine della Provincia dell’Aquila siano chiamati a pagare “per colpa di una ASL1 che oggi non può provare l’avvenuta cancellazione della prenotazione in forza di quella prassi aziendale che essa stessa aveva scelto di adottare?”. Una situazione che la Direzione strategica dell’azienda sanitaria propone di risolvere, a pochi giorni dal termine di scadenza dei pagamenti e sotto le festività natalizie, con “l’apertura di sportelli di assistenza per la gestione degli avvisi che, per inciso, devono comunque essere pagati”. Sportelli di supporto alla cittadinanza nella comprensione e gestione delle richieste di pagamento “senza però rendersi disponibile, in alcun modo, a sospendere gli avvisi di pagamento”. Come confermato da chi, recatosi presso gli stessi sportelli, ha trovato operatori che, non potendo riferire nulla in merito alle disdette effettuate telefonicamente oppure di persona al CUP, hanno “invitato l’utenza ad inviare una comunicazione (questa volta) scritta alla ASL1 per eventuali eccezioni in merito”.
Senza contare, aggiungono dalla CGIL, che gli avvisi di pagamento sono stati inviati in prossimità della fine dell’anno ovvero a chiusura del bilancio, “su iniziativa di una ASL che risulta essere, nella Regione Abruzzo, quella con il maggior debito”. Una strana coincidenza per il sindacato che nella condotta dell’azienda sanitaria vede un escamotage “per far pagare ai cittadini della nostra Provincia, e cioè quelli che soffrono il malfunzionamento dei servizi sanitari, la situazione debitoria della stessa ASL 1”. Una situazione intollerabile per la quale, conclude la CGIL L’Aquila, “chiediamo che gli avvisi di pagamento vengano sospesi in attesa dei doverosi chiarimenti in merito, nell’interesse dell’intera collettività perché è compito della politica e delle istituzioni regionali controllare l’operato della ASL1 e di chi la governa, impedendo comportamenti pregiudizievoli per l’utenza”.
Non pagate niente tanto la comunicazione è giunta via posta ordinaria senza raccomandata pertanto nessuno può dire che tale comunicazione sia arrivata…tanto meglio se riguarda situazioni a cavallo tra 2015 e 2016…essendo la prescrizione decennale…quindi prossima…
Fatevi assistere.È un avviso bonario che non necessita di formalità, generico via della privacy,che deve
precedere
obbligatoriamente la cartella esattoriale, impugnabile, interrompe la prescrizione.