Un anno fa l’incontro a Palazzo con i buoni intenti che parlavano di prevenzione, monitoraggio, supporto alle attività istituzionali, ma ad oggi per quell’Aviosuperficie in Valle Peligna sembra non esserci ancora una risposta. Insomma si resta in attesa del decollo.
Loro però, Concezio D’Alessandro, ex ufficiale della Forestale, e il pilota e Tecnico Aeronautico Gianni Taglieri, promotori del progetto, non si perdono d’animo e su quella che si profilerebbe un’opportunità per il territorio tornano a chiedere un nuovo incontro con il sindaco Annamaria Casini.
Ma andiamo al progetto, l’Aviosuperficie, che consiste in terreni destinati al decollo e atterraggio di piccoli aerei quindi strutture autorizzate per operare con aeromobili ultraleggeri, a scopo di protezione e difesa civile in caso di eventi sismici, calamità è “un’opera di pubblica utilità e di interesse pubblico”, in primis per l’utilizzo e ai fini di Protezione Civile. I terreni sui quali sarà realizzata l’opera, spiegano i promotori, sono stati già individuati nel territorio di Sulmona e “l’area prescelta per il progetto è già stata testata in via preliminare, con un esito eccellente”. Un’Aviosuperficie intitolata a Fabrizia Di Lorenzo, un progetto in suo nome dedicato ad una ragazza piena di sogni e determinata, in sua memoria nella sua terra.
Quali le attività dunque: Controllo e repressione degli incendi boschivi, esercitazioni ed eventi di pubblica sicurezza, operazioni di soccorso in montagna, soccorso animali, controllo e prevenzione di valanghe e slavine, monitoraggio qualità dell’aria e rilevamento dell’inquinamento ambientale, servizi di pronto-soccorso sanitario ma anche rilevamenti archeologici e controllo del territorio in generale.
Una documentazione era dunque già stata depositata a Palazzo nell’ottobre del 2017, presentata dal geometra Filippo Di Tommaso, di tempo ne è passato e pure di eventi che hanno segnato il territorio e dunque “considerando che viviamo in zona sismica e considerando i molteplici fini cui può essere orientata l’attività” per D’Alessandro e Taglieri sarebbe insomma il caso di arrivare ad un incontro definitivo con l’amministrazione comunale, “senza indugi”, per un progetto che tra l’altro prevede anche 40 unità lavorative, dunque formazione e possibilità di intraprendere una professione.
D’Alessandro e Taglieri hanno informato Procura e Prefettura sui fatti e sull’evoluzione della questione.“Una mancata realizzazione di tale opera a valenza intercomunale, potrebbe vanificare eventuali soccorsi in genere (sismici, idrogeologici, valanghe, slavine, elisoccorso, crolli ponti arterie stradali, crolli ponti autostrade, ecc. con gravi ripercussioni sulle comunità cittadine) non escludendo eventuali pericoli di vita per le persone e la pubblica incolumità” e specificano “ciò starebbe a significare che, le ultime e gravi calamità naturali abbattutesi sul nostro territorio, come la vicenda di Rigopiano, incendio Monte Morrone per citarne uno dei tanti della Regione Abruzzo, ci hanno insegnato poco o nulla unitamente alle altre tragedie verificatesi su scala nazionale”.
Perchè, purtroppo, le calamità naturali non vanno di pari passo con la burocrazia.
A.S.
L’area prescelta per il progetto è già stata testata in via preliminare con esito eccellente.Se i 2 signori dell’articolo D’Alessandro e Taglieri si riferiscono ai terreni in località Mantovano (Sulmona) è bene precisare che hanno fatto “le prove con esito eccellente” in maniera del tutto arbitrale senza il consenso o avvisando i rispettivi proprietari dei terreni sorprendendoli entrambi sulle proprie proprieta’.
Purtroppo “Rustica progenie semper villana fuit” nel senso che è come dare i confetti all’asino anche perchè i proprietari della maggior parte dei terreni, ai quali si doveva chiedere il permesso, purtroppo non sono più tra noi, ne tantomeno qualcuno ha fatto passaggio di proprietà per essere rintracciabile
È pur vero che qualche proprietario non è più tra noi e non potevano x ovvie ragioni essere interpellati ma nemmeno i vivi rimasti sono stati interpellati x educazione e per correttezza. Quello di mia madre e dei miei parenti proprietari di alcuni terreni erano e sono rintracciabilissimi ma nessuno si è fatto vivo ritengo ciò una mancanza di rispetto x i vivi e x i morti.
40 posti di lavoro per fare cosa? Chi paga? Pantalone?
Se state a questo livello evidentemente non avete capito niente dell’importanza di questa opera e siccome non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire intelligenti pauca res dicevano gli antichi romani. Realizzeremo altrove questa opera dove sicuramente è più apprezzata e soprattutto compresa. Comunque tutti i nodi verranno al pettine
Dopo tutto questo desumo allora che le varie moto da trial e cross che transitano su quei terreni, le varie jeep che vanno a piazzare lacci per la cattura di cinghiali, qualche altro veicolo che ha usato quel posto come discarica personale, i vari cavalli che spesso passano al galoppo, su terreni privi di recinzioni e sicurezza vuol dire che hanno il vostro permesso