Doveva essere il giorno della sua nascita, ieri, è stato invece quello della sua autopsia: la piccola mai nata, morta in grembo al nono mese di gravidanza, è stata sottoposta ieri ad un esame autoptico da parte del medico legale Cristian D’Ovidio, su disposizione del procuratore della Repubblica, Stefano Iafolla.
Dalla prima valutazione dell’esame (ma il medico si è preso sessanta giorni per un referto accurato), il feto sarebbe morto rapidamente per un problema ai cosiddetti “annessi embrionali”, ovvero i collegamenti tra il cordone ombelicale e il feto. Una sorta di strozzatura, insomma, intervenuta, secondo il medico legale che ieri ha eseguito l’esame nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, mercoledì stesso, il giorno in cui cioè la mamma, una trentaduenne residente in un centro della Valle Peligna, si era recata per fare l’ultimo tracciato prima del parto.
La visita fatta all’Annunziata, però, ha fatto scendere un velo nero su quel fiocco rosa che era già pronto per essere appeso sulla porta di una famiglia che aspettava con gioia il primo figlio.
Il procuratore Iafolla oltre all’esame autoptico, ha disposto anche una perizia ginecologica, che sarà affidata nelle prossime settimane, sulla puerpera, per verificare anche eventuali altre cause e danni dovuti all’aborto a cui la giovane donna è stata costretta d’urgenza tramite taglio cesareo.
Quanti scherzi ci gioca questa vita, un dolore senza fine. Un abbraccio forte a questa mamma.