I decibel del “no” urlato dagli abruzzesi sull’autonomia differenziata sono di quelli alti. Le firme raccolte a sostegno del referendum abrogativo, cartacee e online, toccano quota 33.417. Una mobilitazione avviata nei mesi scorsi e che si è chiusa ieri. Stamani, nel corso di una conferenza stampa a Pescara, gli esponenti del coordinamento regionale “No autonomia differenziata” hanno illustrato i risultati della campagna, che ha preso il via a metà luglio.
Delle oltre trentatremila sottoscrizioni, ben un terzo è arrivato online: 11.274 contro i 22.143 moduli cartacei, raccolti dai banchetti organizzati delle associazioni. Nello specifico le firme cartacee hanno avuto la seguente ripartizione territoriale: 6.581 nella provincia di Chieti, 5.914 in quella dell’Aquila, 5.177 nella provincia di Pescara e 4.471 in quella di Teramo.
“La risposta è stata straordinaria – affermano i rappresentanti del coordinamento – a conferma di come la cittadinanza abbia capito la pericolosità di una legge iniqua e assolutamente sbagliata. Ora l’attenzione si sposta sui referendum, affinché, quando sarà il momento, ci sia una mobilitazione ancora più imponente per il voto.
La legge sull’autonomia differenziata dà la possibilità di riconoscere livelli diversi di autonomia alle Regioni italiane. Le materie nelle quali gli enti regionali possono chiedere un livello di autonomia differenziata rispetto alle altre sono ben 23. Tra queste spiccano la tutela della salute, l’istruzione, lo sport, l’ambiente, l’energia, i trasporti, la cultura e il commercio estero.
“La Legge – dicono ancora al coordinamento – lede i diritti delle cittadine e dei cittadini, compromette l’unità del Paese e creerà danni allo sviluppo sociale ed economico dell’Italia. L’autonomia differenziata incrementerà il divario tra le regioni nell’erogazione dei servizi, danneggiando l’Abruzzo e, più in generale, i territori del Mezzogiorno. Tra l’altro, uno spacchettamento dell’Italia non gioverà nel lungo termine neanche alle regioni del Nord. Con questa legge sono a rischio il diritto alla sanità pubblica, all’istruzione, alla salvaguardia dell’ambiente, alla sicurezza sul lavoro, alla possibilità stessa di promuovere nuove politiche industriali e di sviluppo capaci di creare lavoro stabile e di qualità”.
Gli effetti dell’autonomia differenziata impatteranno in misura maggiore nelle fasce più fragili della popolazione, accentuando le disuguaglianze di genere. Infatti, in una società patriarcale come la nostra, il peso maggiore della carenza di servizi pubblici ricadrà proprio sulle donne che più si occupano di bambini e familiari anziani e che spesso devono rinunciare a lavorare. Con l’autonomia differenziata, inoltre, si incrementerà il fenomeno dell’esodo dei ragazzi verso le regioni più ricche e si forniranno meno servizi ai bambini, ai disabili e agli anziani.
Il 26 settembre le firme raccolte in Abruzzo verranno depositate in Corte di Cassazione insieme a quelle di tutte le altre regioni d’Italia ed in tale circostanza conosceremo il dato definitivo delle firme conseguite in ambito nazionale.
Mentre è avvenuta con successo la raccolta delle firme per il referendum contro la legge Calderoli, sotto traccia il lavoro per spaccare l’Italia va avanti. Questo è pericolosissimo per ogni Italiano onesto. Il comitato presieduto dall’inossidabile Cassese per definire i Lep (livelli essenziali delle prestazioni)(una sigla che nasconde un imbroglio), comitato detto CLEP, esamina la proposta per quantificare le risorse necessarie a finanziare le funzioni devolute alle regioni: risulta che, anche tramite indicatori come il «costo della vita», le regioni del sud saranno penalizzate rispetto a quelle del nord. Ieri doveva tenersi una riunione di questo CLEP aperta anche a collaboratori dei 60 componenti del comitato Cassese (CLEP); questa riunione è stata blindata. Via mail è stato intimato agli esterni di restare a casa, per evitare fughe di notizie. E una nota del Clep conferma che ci saranno degli indicatori differenziali che portano a differenziare i diritti a seconda della residenza geografica. Diritti tipo quello alla salute, all’istruzione e ai trasporti. Bisogna mobilitarsi in massa. Ho votato questi in un momento di scazzo. Ho sbagliato e mi scuso. Questa legge deve sparire. Questi legislatori devono sparire.