Non ci sono prove sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio: dopo la richiesta di archiviazione penale nel maggio scorso, arriva per la Gran Sasso Service anche l’assoluzione della Corte dei Conti che ha liberato i due titolari dell’azienda, Domenica Maddalena Pignatelli e Dario D’Addamio (moglie e marito), entrambi di Castelvecchio Subequo, dalla richiesta risarcitorie di 510mila euro avanzata dalla procura contabile.
La storia è quella che esplose nella primavera del 2016, quando la guardia di finanza dell’Aquila eseguì un sequestro preventivo sui beni della società accusata di aver ottenuto un contributo di 500mila euro per la creazione di attività imprenditoriali all’interno della zona del cratere sismico, pur avendo, secondo gli inquirenti, la sua sede nel nucleo industriale di Sulmona (fuori dal cratere).
In particolare i due imprenditori subequani, secondo le accuse, avevano indicato l’apertura di una società di noleggio vetture con conducente (Ncc) in un capannone di Bazzano, dove però, ancora oggi, si trova ubicata la biblioteca provinciale. Un’evidente incompatibilità, insomma, che aveva fatto insospettire i finanzieri, fino ad avviare e porre in essere un sequestro preventivo di tutti i beni degli imprenditori.
Durante la fase di indagini, però, si è scoperto che la richiesta fatta alla Regione per ottenere il contributo non riportava nella sua versione definitiva (ma solo in quella iniziale) l’indicazione come sede il capannone di Bazzano, intestato sì ai due imprenditori, ma affittato alla Provincia, bensì la sede legale della società sita a Castelvecchio Subequo.
Cosa che, a quanto sembra, i finanzieri non verificarono direttamente, sostenendo che l’attività della società si svolgeva principalmente a Sulmona, dove tra l’altro vennero consegnati i macchinari acquistati proprio con il finanziamento pubblico.
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