Automotive, il 60% dei dipendenti Marelli in sciopero

Oltre la metà dei dipendenti dello stabilimento Marelli di Sulmona quest’oggi non ha timbrato il cartellino. Il 60% circa degli operai, ad essere precisi, che questa mattina hanno partecipato allo sciopero del comparto automotive. Due bus, riempiti da 80 operai, si sono diretti verso Roma per prendere parte alla manifestazione nella Capitale. Cartelli e striscioni per unirsi la corteo e riversarsi in piazza Barberini, già colma alle 09:30, fino ad arrivare in piazza del popolo assieme alle altre tute-blu.

Era dal 1994 che Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm non manifestavano assieme con uno sciopero unitario nel settore. “Complessivamente, se consideriamo anche il numero degli operai che hanno incrociato le braccia, l’adesione raggiunge la soglia del 60 per cento” spiega Elvira De Sanctis della Cgil. Per i sindacati la società Stellantis in Italia e, in generale, l’intero settore automotive in Europa sono al collasso. Sono irrimediabilmente a rischio la prospettiva industriale e occupazionale” e per questo, come si legge nel volantino dello sciopero, “sono urgenti risposte da parte dell’Ue, governo, Stellantis e aziende della componentistica”. Anche Fismic Confsal, Uglm e Associazione Quadri sono in diverse piazze – Torino, Bari, Potenza, Napoli, Avellino, Cassino e Termoli – con lo slogan “L’automotive merita di più”.

Nell’ultimo anno la produzione si è dimezzata, andando ben oltre la soglia del 50%. Nello stabilimento sulmonese i 462 dipendenti lavorano da luglio con un contatto di solidarietà che resterà attivo per altri 10 mesi, con una riduzione lavorativa (e contributiva) attestata al 45%.

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