Le opposizioni hanno cavalcato la vicenda in modo tanto legittimo, quanto strumentale; ma quello di Aehra, la società che nel 2026 lancerà la sfida a Tesla con quasi mille milioni di investimento, è un treno che in Valle Peligna non avrebbe mai davvero fatto tappa. Ad ammetterlo è il commissario Zes Abruzzo, Mauro Miccio, che spiega e ribadisce quanto, d’altronde, già illustrato dalla società italo-americana in conferenza stampa. “La scelta di Mosciano Sant’Angelo è stata fatta principalmente sulla base del fatto che in Val Vibrata c’è il più importante distretto del carbonio a cui è legata anche una manodopera specializzata di cui l’azienda avrà bisogno. Ci sono già precontratti firmati per produrre le scocche delle auto in carbonio – spiega Miccio -, senza contare che Mosciano si trova sulla linea di collegamento autostradale e ferroviaria adriatica, di cui Aehra avrà bisogno anche e soprattutto per l’approvvigionamento delle batterie dall’Austria e la componentistica dall’Emilia-Romagna”. La Zes, insomma, è stata la scintilla, ma la scelta di Mosciano è stata elaborata e decisa: “Gli investitori hanno valutato diversi siti in Italia: in Emilia-Romagna, nelle Marche, in Puglia e in Abruzzo – continua il commissario – dove hanno fatto sopralluoghi, oltre che a Mosciano, anche a Sulmona, Pratola e nel chietino. A Mosciano, tra l’altro, una buona porzione delle particelle Zes è di proprietà pubblica e questo ha favorito l’insediamento, anche se poi la legge ha esteso la Zes a tutto il Mezzogiorno”.
Un passaggio che sarà ufficializzato il primo marzo e che Miccio vuole compiere lasciando anche alla Valle Peligna qualcosa in eredità: “Ho trovato in Valle Peligna grande disponibilità delle istituzioni – racconta – e prima del passaggio di consegne, entro il 29 febbraio, spero di poter concludere due insediamenti produttivi sul territorio che in qualche modo sono legati al mondo dell’elettrico”.
Le ipotesi, che sono qualcosa in più di ipotesi, sono quelle legate alla produzione e rigenerazione delle batterie elettriche. Un primo progetto industriale per la rigenerazione di quelle al litio e un secondo che coinvolge una strat-up e l’Università Federico II di Napoli che prevede la produzione di batteria elettriche alternative, realizzate cioè con il sale marino.
“Le domande sono arrivate a fine anno – continua il commissario – sono stati già fatti dei sopralluoghi e contiamo di chiudere entro il prossimo mese l’accordo per l’autorizzazione unica”.
Sempre che la politica non vada in cortocircuito.
“a Mosciano, tra l’altro, una buona porzione delle particelle Zes è di proprietà pubblica e questo ha favorito…”
La domanda sorge spontanea, quali terreni della ZES sono stati fatti vedere?e poi, pubblico o privato? Una cartografia? È chiedere troppo?
Credo non ci sia più nulla da aggiungere …..solo eventualmente le scuse alla sindaca Di Nino !
Ma al almeno è possibile fare conoscere alla popolazione quali aree ricadono nella ZES?
Ma vogliamo forse far credere che i possibili “interessati” siano venuti solo per un “favore” a un loro dipendente, per “scroccare un pranzo” o a fare “una gita fuori porta”? Che vi siano sondaggi in più territori credo sia più che legittimo e dovuto. Credo sia poco attendibile anche la giustificazione di precontratti e del “corridoio adriatico”, le merci girano in ogni dove in questo mondo globale e anche nei più “remoti posti” come il nostro. Ci si dimentica di citare che solo dal 21 novembre 2023 (e quindi in tempi quantomeno distanti e diversi) è stata creata la ZES in provincia di Teramo con ben 14 comuni, tra cui Mosciano S. A., con dentro solo alcune particelle in zona ZES, e che quindi lascia un pò pensare sulla corretta “tempistica” di applicazione delle regole dei nuovi strumenti, che va ricordato che se valgono per Mosciano valgono anche per Pratola, anche “il fuori tempo limite”. Ora spunta la “sperata” promessa di 2 “insediamenti di consolazione” sul nostro territorio e sembra che i sopralluoghi siano già stati fatti e chissà su quali celati terreni anche questa volta. Chi sa, stavolta parli in anticipo!
… da aggiungere c’è solo che la Valle Peligna è ormai tagliata fuori dai grandi investimenti industriali… a noi rimangono solo le “scartine” che vengono spacciate per “ royal flush “, e pure di cuore.
Una desertificazione frutto di errori del passato, dovuta soprattutto a una politica clientelare e divisiva, concentrata sui “ campanili “ e favoritismi, da assurde e pretestuose contestazioni sindacali e, dall’assenteismo.
In parole povere siamo diventati un pantano paludoso.
Ricordo ancora le parole di un’importante dirigente di Confindustria, incontrato ad un pranzo di amici comuni molti anni fa, e parlando mi dice: ha, di Sulmona sei, guarda che nella Valle Peligna chiuderanno tutte le grandi aziende e non ne verranno altre a investire… vedrai.
E così è stato… e così sarà.
È auspicabile che ci sia una vera e propria inversione di tendenza in Valle Peligna. Il noto divario economico/strategico tra la costa e le zone interne non può continuare ad essere l’alibi per giustificare il dirottamento permanente di investimenti industriali verso i soliti territori noti. Il risultato sarebbe quello di cronicizzare lo spopolamento delle aree interne cioè proprio quello che a chiacchiere si vuol cercare di evitare.
Con atteggiamento propositivo chi di dovere potrebbe per es.pensare di rendere piu’ attrattiva la Magneti Marelli presente in Valle Peligna affinche’, adeguando la propria produzione alle esigenze delle nuove tecnologie green nel settore dell’automotive, faccia da spalla a potenziali investitori che in questo modo siano maggiormente sollecitati a guardare in modo diverso al nostro territorio…
Dice bene, ma sono decenni che sul territorio di auspicabile non si avvera nulla, nemmeno nel proporle delle “serie e veritiere” proposte.
E’indubbio, la debolezza politica la paghiamo, e chi può afferra il buono, gettando sul nostro territorio le scartine, quelle di poco peso, ma siamo talmente bravi che ce le facciamo anche scappare per manifesta incapacità politica, per poi farci imporre quelle scomode, fastidiose e che nessuno vuole e anche quelle nel tempo le distruggiamo.
E niente si deve sempre giustificare qualcuno…..ma che giustificazione è questa?????
Si doveva fare di tutto……e invece non è stato fatto.
Comunque ad oggi ancora nessuno ha fatto sapere quali sono queste aree che ricadono nella ZES. Magari mettendo qualche link che rimandi a qualche portale istituzionale dove sono pubblicate le cartografie.