
Chiedono le dimissioni del presidente della Regione Abruzzo gli esponenti del Movimento 5 Stelle: perché “l’Abruzzo merita di meglio”. A mettere nero su bianco la richiesta di dimissioni la senatrice M5S Gabriella Di Girolamo, il coordinatore provinciale L’Aquila Attilio D’Andrea e il referente del gruppo territoriale M5S Sulmona Jacopo Lupi che in un comunicato spiegano come “si pretende di far pagare di più a cittadini e imprese senza garantire alcun miglioramento nei servizi sanitari. La realtà è che i problemi della nostra sanità restano gli stessi: ospedali in difficoltà, liste d’attesa infinite, pronto soccorso al collasso e una mobilità passiva che sottrae alla Regione oltre 100 milioni di euro all’anno”.
Il riferimento è all’aumento dell’addizionale Irpef deciso dalla maggioranza di governo, “una scelta ingiusta e inaccettabile” con cui “il presidente Marsilio e la sua giunta stanno chiedendo agli abruzzesi di mettere mano al portafoglio per coprire il loro fallimento nella gestione della sanità regionale”.
Al contrario di quello che afferma lo stesso Marsilio quando parla di “responsabilità e di necessità di aumentare le tasse, evitando però di dire che questa situazione è il risultato di anni di cattiva gestione e scelte politiche sbagliate”. Come sottolineano i pentastellati che davanti a un centrodestra che “invece di affrontare il problema con investimenti mirati e una riorganizzazione efficace sceglie di mettere ancora più pressione sulle tasche dei cittadini, compresi quelli con redditi bassi e medi che già faticano ad arrivare a fine mese”, parlano di “una presa in giro colossale nei confronti degli abruzzesi”.
Una incapacità nella gestione della sanità confermata dalla denuncia della Cgil secondo cui solo il 13% dei fondi Pnrr stanziati per la sanità e destinati a case e ospedali di comunità sono stati spesi; “e questo nonostante, dopo la pandemia, tutti abbiano potuto valutare l’importanza vitale di una medicina territoriale vicina ai cittadini, specie a quelli delle fasce più deboli, sempre più numerosi tra coloro che non possono permettersi cure private”.
Intanto a puntualizzare la situazione interviene l’assessora regionale alla Ssalute Nicoletta Verì che dopo la seduta della commissione Bilancio a cui ha partecipato insieme alla direttrice del dipartimento Emanuela Grimaldi, ha spiegato che “il disavanzo 2024 è legato ad altri fattori, oggettivi e misurabili, che nulla hanno a che fare con l’attività della Regione e delle Asl”. “Per correttezza istituzionale – ha aggiunto Verì – ho aspettato la discussione in commissione ma a questo punto è bene rimettere ordine nel dibattito che si è trasformato in una rissa senza precedenti e soprattutto senza fondamento, perché la minoranza ancora una volta ha creato caos, confondendo piani, situazioni e buttato nella discussione temi che nulla hanno a che vedere con i conti della sanità abruzzese”.
In realtà per capire come si è arrivati all’attuale disavanzo che ammonta a circa 81 milioni di euro, per l’assessora occorre fare riferimento ai dati dell’Advisor, la struttura esterna che supporta la Regione nei tavoli ministeriali dal punto di vista amministrativo e contabile; ebbene, scorrendo le cifre, il valore più importante è rappresentato dall’aumento dei costi del personale che nel 2024 si attesta a 941 milioni di euro, ben 43 milioni in più rispetto all’anno precedente, legati agli adeguamenti contrattuali del personale sanitario. “Già questo numero – evidenzia l’assessora – fa ben comprendere il motivo per il quale si è fatto ricorso alla rimodulazione delle addizionali, il cui gettito è interamente destinato a finanziare questa voce”. Vale la pena ricordare, continua Nicoletta Verì, “che tra il 2022 e il 2024 il saldo del personale del sistema sanitario regionale, al netto del turnover, è di oltre 500 unità in più e, nello stesso periodo, abbiamo assunto a tempo indeterminato 1850 unità di personale non dirigente, soprattutto a seguito delle procedure di stabilizzazione che hanno riguardato 1300 dipendenti, finora assunti con contratti precari e senza alcuna prospettiva di stabilità”.
Spiegazioni che la Verì sente il dovere di fornire anche per quella che lei stessa definisce la narrazione della voragine dei conti della sanità nascosta agli elettori prima delle Regionali. “E’ una versione che semplicemente non sta in piedi perché il disavanzo 2024 è stato provocato da fattori imprevisti ed imprevedibili, non certo da poste negative che ci trascinavamo dal passato. Ribadisco ancora una volta che il 2023, dopo la manovra correttiva per far fronte alle maggiori spese del periodo pandemico e dell’inflazione, si è chiuso in equilibrio, come certificato dai tavoli ministeriali e dalla Corte dei Conti. E questo è un fatto oggettivo”. Dalla relazione dell’Advisor aggiornata al quarto trimestre 2024, continua Verì, emerge che lo scorso anno si è registrato un incremento di 22 milioni di euro per prodotti farmaceutici ed emoderivati e di 3 milioni di euro sulla farmacia convenzionata, nonostante una contrazione del numero complessivo delle prescrizioni. E ancora, tra le voci in aumento, ci sono 3 milioni in più per i dispositivi medici, 9 milioni e mezzo per l’assistenza informatica, oltre agli incrementi per l’acquisto di prestazioni dagli erogatori privati per oltre 14 milioni di euro finalizzati soprattutto ai piani di abbattimento delle liste d’attesa, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale. “Mi sembra chiaro – ribadisce Verì – che ci sia ben poco da imputare ad una cattiva gestione, anche perché dal 2019 ad oggi vorrei ricordare che la Regione ha investito decine di milioni di euro per il rinnovo delle grandi apparecchiature e degli elettromedicali in tutti gli ospedali (e non solo con fondi Pnrr), a differenza di quanto fatto dal governo di centrosinistra che ci ha preceduto e che non aveva acquistato nemmeno un ecografo durante la sua amministrazione, oltre a precarizzare oltre ogni limite i rapporti di lavoro”. E sulla percezione del servizio da parte dell’utenza l’assessora regionale sottolinea come “la quota di fondo sanitario nazionale destinata all’intero Abruzzo è la stessa assegnata al Comune di Milano. E’ evidente che la situazione di partenza ci vede fortemente penalizzati ma questo non ci ha mai scoraggiati e trovo ingiusto che per meri scopi elettoralistici si continuino ad attaccare di fatto migliaia di persone, nelle Asl e in Regione, che quotidianamente e con impegno svolgono il proprio lavoro con grande abnegazione. Perché, al di là dei soliti e strumentali distinguo di facciata, l’attacco non colpisce l’assessore Verì, ma tutti coloro che lavorano nella nostra sanità regionale”.
Non esiste mai una loro responsabilità…
Dipende sempre da qualcun’altro, da qualche altra cosa, dal passato o da circostanze avverse…
Tranne quando si tratta di attribuirsi meriti…
Allora tutto dipende da loro e tutto riguarda esclusivamente il presente.
Il solito scaricabarile purtroppo non aiuta molto i cittadini abruzzesi.
Sia quando hanno necessità di curarsi, sia quando dovranno pagare più tasse.
Il solito scaricabarile purtroppo non aiuta molto i cittadini abruzzesi.
Sia quando hanno necessità di curarsi, sia quando dovranno pagare più tasse.
L’assessora alla sanità ha preso una marea di voti, l’abbiamo votata tutti!
È stata la prima tra gli eletti.
O no!?🤔
Sostenere le spese aumentando le tasse non è difficilissimo.
Tanto pagano gli abruzzesi.
Utilizzare le risorse del PNRR che sono a disposizione, sarebbe molto meglio.
La destra che non mette le mani nelle tasche dei cittadini….. La Veri’ trombata alle ultime elezioni , è stata riconfermata Assessore alla Sanità. A casa , magari a fare la nonna se ha nipoti. Vergogna !