
“Ribadiamo con fermezza che Forza Italia e Noi Moderati non sono assolutamente favorevoli ad alcun aumento della pressione fiscale, che riteniamo possa essere limitato a quest’anno, in funzione dell’aumento dei 100 milioni di euro di trasferimenti all’Abruzzo del fondo sanitario nazionale che avverrà nel 2026 e soprattutto delle non rinviabili riforme strutturali che abbiamo chiesto ed ottenuto nel corso della riunione”. Così il segretario regionale di Forza Italia Abruzzo Nazario Pagano, il segretario regionale di Noi Moderati Paolo Tancredi e i consiglieri regionali Emiliano Di Matteo capogruppo di Forza Italia e Marianna Scoccia caporuppo di Noi Moderati a margine dell’incontro con il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio.
Un incontro necessario “per chiarire in modo definitivo la posizione rispetto alla manovra fiscale utile al solo ripiano del deficit sanitario” come spiegano gli stessi esponenti dei due partiti preannunciando la proposta in aula di specifici emendamenti sulla rimodulazione delle aliquote Irpef. Un deficit che, ammontando a 81 milioni, “20 dei quali già accantonati dal Consiglio regionale nella finanziaria del 2025, altri 20 milioni oggetto di manovra di bilancio e di cui i restanti 40 milioni relativi ai rinnovi dei contratti retroattivi del comparto sanità”, spinge i due schieramenti politici a tenere un atteggiamento definito “responsabile”. Con la consguenza di “condizionare ogni tipo di intervento all’avvio di una riforma urgente, profonda e non più rinviabile della sanità regionale da noi proposta, che nei prossimi due mesi dovrà produrre provvedimenti concreti per migliorare i servizi sanitari, ridurre le liste d’attesa e rientrare nel disavanzo entro tre anni”. Una riforma, concludono i referenti di Forza Italia e Noi Moderati, “necessaria ad una nuova riorganizzazione che consenta di garantire ai cittadini una sanità più efficiente e sostenibile”.
Ad incontrare il presidente Marsilio anche l’assessore al Bilancio Mario Quaglieri, una riunione sulla quale il coordinatore regionale della Lega Abruzzo, Vincenzo D’Incecco, il vice presidente della giunta regionale Emanuele Imprudente e il consigliere regionale Carla Mannetti hanno espresso soddisfazione per la condivisione su molte delle proposte avanzate. “Chiedevamo tutela delle aree interne e dei loro presidi sanitari; sulla questione tasse, l’abbassamento dell’aliquota minima dell’Irpef, la rimodulazione dell’aliquota media e la finalizzazione dell’extra gettito alla sanità. A proposito di sanità, una maggiore condivisione politica sul management delle Asl e, dunque, sulle scelte future dei manager e sul loro operato. Ed ancora l’utilizzo dei fondi comunitari Fsc per la sanità e l’istituzione di una cabina di regia politica su bilancio regionale e bilancio della sanità”. In particolare sulle tasse, spiegano D’Incecco, Imprudente e Mannetti, “c’è stato rassicurato che per l’80% degli abruzzesi, quelli con un reddito fino a 28 mila euro, ci sarà la riduzione dell’aliquota Irpef. Un importante passo avanti anche se non ancora del tutto sufficiente. È necessario infatti intervenire ora sulla seconda aliquota dell’Irpef, quella che riguarda i redditi tra i 28 mila e i 50 mila euro, attualmente prevista al 3,23 per cento. Stiamo già lavorando per individuare una soluzione che porti ad una riduzione anche per questa fascia di contribuenti. Come abbiamo già detto, sì al ripianamento dei debiti, ma senza gravare sui cittadini e ridurre servizi”.
Dal canto suo Marsilio assicura che con la riforma Irpef regionale “7 abruzzesi su 10 pagheranno meno o non subiranno aumenti” con il 72,23% dei contribuenti favoriti dalla manovra. A confemare le parole di Marsilio i numeri di una riforma che invece dell’aliquota unica pari all’1,73% del 2024 prevede per il 2025 le tre diverse aliquote del 1,63% per redditi fino a 28mila euro, del 3,23% per redditi fino a 50mila euro e del 3,33 % per redditi superiori ai 50mila euro. “In Abruzzo pagherà di più solo chi potrà permetterselo” aggiunge il presidente Marsilio spiegando che la riforma prevede un taglio alle tasse per chi ne ha più bisogno come gli impiegati, le forze dell’ordine, gli operai e gli insegnanti il cui reddito imponibile medio non supera i 30 mila euro.
Ma non erano i comunisti a mettere le mani nelle tasche degli italiani?
Ora dove sono quei peligni che hanno votato?
Prima Chiodi, ora Marsilio saranno ricordati per i disastri e gli aumenti Irpef. La Destra che non aumenta le tasse ……
Mica ha deciso solo Marsilio…il consiglio è composto da più persone