Non c’è spazio per lo studio a Sulmona. Almeno non per ora. Tanto da far perdere (e poi ritrovare) anche le richieste, quelle regolarmente protocollate presso l’ufficio comunale, per istituire un’aula studio in memoria di Carlo Tresca. Lo stesso concittadino di cui si è celebrato il ricordo, in pompa magna come giusto che sia, nella giornata di ieri con la presentazione del volume della prima edizione italiana del libro “Carlo Tresca. Ritratto di un ribelle” dello storico italo-americano Nunzio Pernicone.
Ricordato tra gli scaffali ma dimenticato nel cassetto. Forse lo stesso Tresca sarebbe amareggiato per la richiesta, caduta letteralmente nell’oblio fino a qualche giorno fa, protocollata il 7 novembre scorso dal trentenne Marco Alberico per l’apertura di un’aula studio dedicata al giornalista, e fatta gestire dai percettori del Reddito di cittadinanza. Una necessità per la città, che vede ancora l’Apc ospite nei locali della sede Inps in via Sardi, con orari striminziti che poco spazio lasciano allo studio o alla lettura.
La richiesta fu inoltrata al sindaco e all’assessore alla Cultura, Rosanna Tuteri. Lo stesso assessore, però, nulla sapeva di tale richiesta fino allo scorso 11 gennaio, quando al momento della deposizione dei garofani proprio davanti alla statua di Carlo Tresca le furono chiesti lumi in merito.
Una lettera protocollata e scomparsa nei meandri degli uffici. A quanto sembrerebbe, da quanto raccontato dalla Tuteri, la richiesta dell’apertura dell’aula studio avrebbe addirittura intrapreso un tragitto completamente diverso all’interno di Palazzo San Francesco. “Ho richiesto la lettera alcuni giorni fa – spiega -. Era nell’ufficio Cultura ma indirizzata all’assessore per le Politiche Sociali”. Mistero, dato che il protocollo in possesso di Alberico riporta chiaramente l’indirizzo della richiesta a Sindaco e assessore alla Cultura.
Il problema, comunque, resterebbe degli uffici comunale se davvero così fosse.
Fatto sta che ritardi e incomprensioni a parte, l’aula studio intitolata a Carlo Tresca non è al momento fattibile. O meglio, non avrebbe una sede. Il Comune, già indaffarato con il trasloco dei propri uffici, non riesce a individuare uno stabile nel quale collocare lo spazio culturale. “Più in là se ne potrà riparlare”, conclude la Tuteri.
Resta comunque una vicenda ai limiti del paradossale per una città che fino a due settimane fa ambiva ad essere eletta Capitale della Cultura. Paradossale perché è inammissibile che la richiesta di un cittadino si perde all’interno della pubblica amministrazione, specie in una macchina di una piccola realtà come quella sulmonese. Paradossale perché non si è nemmeno cercata un’alternativa per allestire uno spazio culturale in una “città d’arte. Paradossale perché il tutto era in onore di Carlo Tresca, celebrato ma anche bistrattato.
Chiedo gentilmente qual’e’ orario di lavoro Dipendenti APC ospitati presso sede INPS Sulmona. Grazie