Asl1, piaga da decubito

Allettati senza materassi antidecubito, non deambulanti senza carrozzina, infortunati senza stampelle, mutilate dal cancro senza protesi: da mesi è così nella Asl1, quella che “guai a infangarne il buon nome” solo perché da tre mesi non versa alle banche il quinto dello stipendio impegnato dai suoi dipendenti. Seppur regolarmente trattenuto dalle buste paga.

Questa volta, però, non si tratta di soldi e di debiti, non solo almeno, ma di diritti violati, di servizi non forniti, spesso alle persone più deboli e fragili, quelle che da sole non ce la fanno o che cercano di alleviare il dolore.

Da mesi, l’efficiente Asl dove “tutto va bene”, non paga infatti i fornitori convenzionati e non firma le comande che i dottori comandano.

Niente presidi e ausili sanitari, insomma, che la scusa degli hacker regge e reggerà ancora per mesi. Mentre l’utenza è costretta a soffrire, a rinunciare ai propri diritti.

I debiti con i fornitori del settore, che ammontano a centinaia di migliaia di euro, in realtà risalgono a molto prima – da dicembre in alcuni casi – dello “scherzo informatico”, pardon del devastante attacco hacker che ha messo in ginocchio chi, in realtà, avrebbe dovuto avere gambe forti e fortini sicuri. Così mentre in questi giorni, dopo l’ultimatum del Garante, si sta provvedendo a comunicare agli interessati di essere stati vittime della più grande violazione della privacy che si ricordi nel pubblico, con la scusa degli hacker sono state bloccate di fatto le forniture degli ausili e dei presidi sanitari garantiti – o che dovrebbero esserlo – dall’assistenza sanitaria.

Alcuni fornitori hanno deciso di chiudere i rubinetti dopo sei mesi di ritardo nei pagamenti, ma più in generale da due mesi ormai la Asl non autorizza, messo che qualcuno gli faccia ancora credito, la consegna del materiale (che spetta di diritto a chi ne ha bisogno) con la scusa che il sistema di assegnazione è gestito telematicamente e che quel sistema ora è fuori uso.

“Inutilmente abbiamo pregato la Asl, viste alcune situazioni drammatiche in alcune famiglie, di trovare un modo per ovviare al problema – spiega un fornitore -. Prima, ad esempio, gli ordini e le fatturazioni venivano fatti manualmente e non si capisce perché in una situazione di emergenza, almeno per i casi più disperati, non si possa tornare all’antico. Si tratta di merce molto costosa in generale e chi non ha le possibilità di acquistarla o di affittarla, è costretto a farne a meno. Seppure sia un suo diritto averla”.

Ma niente, la Asl non si muove, non risponde, non dà soluzioni. Come una piaga da decubito produce dolore.

4 Commenti su "Asl1, piaga da decubito"

  1. 30 Giugno 2023
    L’AQUILA – SANITA
    Bimba di 7 mesi operata d’urgenza al cervello, in seguito ad una caduta, messa in salvo e trasferita al ‘Gemelli’ di Roma.
    La delicata operazione è stata effettuata ieri mattina, all’ospedale dell’Aquila, nel reparto di Neurochirurgia, per rimuovere un ematoma extradurale acuto, causato dal trauma, che si era formato tra la teca cranica e la dura madre, cioè la membrana che riveste il cervello.
    L’intervento, effettuato dal primario, Alessandro Ricci, insieme alla sua collega Hambra Di Vitantonio, “riveste un carattere eccezionale sia per l’alto tasso di difficoltà dovuto all’età della paziente sia perché compiuto da un reparto strutturato per operare solo adulti”, si legge in una nota stampa della Asl provinciale dell’Aquila.
    Il danno riportato dalla bambina, i cui genitori risiedono in provincia di L’Aquila, è stato tale da indurre i neurochirurghi del San Salvatore a intervenire immediatamente anziché, come prevede in questi casi il protocollo, trasferire la bimba in ospedali come il ‘Gemelli’ di Roma, altamente specializzati nell’emergenza e nell’assistenza di pazienti in età pediatrica.
    Solo dopo l’intervento compiuto all’ospedale dell’Aquila, che ha permesso di rimuovere l’ematoma ed evitare gravi, immediate evoluzioni del trauma, si è proceduto a trasferire la piccola, verso le ore 14 di ieri, nel reparto di terapia intensiva pediatrica del Gemelli, dove è giunta in discrete condizioni. È stato l’elicottero del 118 a trasportare la piccola dall’Abruzzo alla Capitale.
    “L’intervento d’urgenza all’Aquila si è rivelato decisivo per la tempestività e l’efficacia con cui è stato eseguito, frutto di un gioco di squadra che ha coinvolto, oltre alla neurochirurgia, pronto soccorso generale, pronto soccorso pediatrico, radiologia Dea, rianimazione, anestesia, blocco operatorio ed elisoccorso del San Salvatore – si spiega ancora nel comunicato – Un lavoro a più mani, messo in atto con rapidità, che ha permesso di affrontare un caso molto raro, nel passato verificatosi solo altre due volte e molti anni fa, vale a dire operazioni di neurochirurgia compiute su soggetti con pochi mesi di vita”.
    Per l’ospedale è stato un ‘test’ imprevisto che, in una situazione di emergenza, ha evidenziato “un forte affiatamento tra reparti e servizi e capacità di coordinamento delle diverse attività”.

  2. LA BELLEZZA È RICCHEZZA.
    Sufficit entrare nell’ospedale di Sulmona per incontrare la più turpe povertà

  3. Nessuno da spiegazioni. Nessuno da informazioni. Tutti, nessuno escluso, che si nascondono dietro l’attacco hacker da ormai 2 mesi. La sanità! I conti non tornano!!!

  4. la (fu) buona sanità | 1 Luglio 2023 at 10:06 | Rispondi

    Siamo al paradosso…gli hackers conoscono i risultati degli esami di noi tutti mentre noi siamo ancora in attesa di conoscerli…
    grazie presidente Marsilio

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