Asl1, nessun pagamento alle aziende per i servizi. Mensilità a rischio per il personale

Marzo senza stipendio per il personale Asl 1 con compiti di sterilizzazione, conduzione dei mezzi del 118 e di magazzino per la farmacia. E’ il rischio che corrono i lavoratori dell’azienda sanitaria aquilana. La denuncia arriva dal Segretario CGIL L’Aquila, Francesco Marrelli, e dal Segretario Filcams Cgil L’Aquila, Andrea Frasca. Le aziende che forniscono i servizi essenziali, infatti, lamentano il mancato pagamento da parte della Asl1 del corrispettivo per i servizi resi, trovandosi, pertanto, nell’impossibilità di pagare gli stipendi ai lavoratori e alle lavoratrici impiegati per il mese corrente.

In alcuni casi, inoltre, la stessa azienda sanitaria aveva anche smesso di inviare alle aziende gli ordinativi utili all’emissione delle fatture. Una situazione che non mette a rischio solo il diritto al lavoro e al salario del personale coinvolto, ma anche la qualità dei servizi forniti alla Asl1 e, per l’effetto, all’intera collettività.

Nelle prossime ore verrà proclamato lo stato di agitazione del personale, finalizzato alla salvaguardia dei perimetri occupazionali e salariali di tutto il personale coinvolto e della qualità dei servizi destinati all’utenza, non solo per quanto già verificatosi di recente, ma anche per evitare che, in futuro, una simile situazione possa ripetersi.

“Tale condotta omissiva della Asl1 – denunciano i sindacati – se priva di concrete, reali e fondate giustificazioni, sembrerebbe orientata unicamente ad una mera riduzione dei costi, senza alcuna considerazione del rischio, sempre per la Asl1, di esporsi a contenziosi giudiziari che aggraverebbero ulteriormente la già difficile situazione economico-finanziaria in cui l’azienda sanitaria versa, con inevitabili ricadute sui perimetri occupazionali e salariali e sulla continuità dei servizi essenziali per l’utenza. Invero, il mancato pagamento degli stipendi costituisce un allarme sociale perché mette in crisi i lavoratori e le lavoratrici coinvolti e le loro famiglie, con ripercussioni anche sul futuro. Senza contare che decine di lavoratori e di lavoratrici che rischiano di trovarsi, nel mese corrente, senza stipendio, hanno prestato attività lavorativa con regolarità e abnegazione, a garanzia anche della continuità dei servizi sanitari per l’utenza”.

“Bisogna superare definitivamente la precarietà occupazionale, in tutte le sue forme – concludono i due -utilizzata troppe volte dalla Pubblica Amministrazione. Il sistema dei servizi (anche sanitari) è di qualità solo se è legato ad una occupazione lavorativa stabile, in grado di garantire una giusta ed equa retribuzione. Occorre, pertanto, rimettere al centro del dibattito politico il diritto al lavoro e al salario e la qualità dei servizi destinati alla comunità”.

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