Al primo posto per tasso di perdita delle micro imprese, “con quasi una su tre costretta a chiudere i battenti”, l’Abruzzo si conferma “maglia nera” dell’artigianato in Italia.
Ad annunciarlo Silvio Calice, direttore regionale CNA artigiani imprenditori d’Italia Abruzzo, che, riportando i dati dell’analisi condotta dalla CGIA di Mestre, sottolinea la particolare criticità che contraddistingue la nostra regione rispetto al resto del Paese. “Nei nostri report periodici abbiamo sempre evidenziato questo dato” spiega Calice di fronte all’immagine di una regione che “negli ultimi dieci anni ha subito la più netta flessione di micro e piccole imprese nel panorama nazionale”.
Una situazione che le misure di carattere nazionale tra cui le “agevolazioni legate all’autoproduzione energetica con la cosiddetta transizione 5.0” non sono sufficienti a contrastare senza l’apporto di altre misure di carattere regionale; dal sostegno alla trasmissione d’impresa che a detta di Calice “impedirebbe la morte di tante attività artigianali per mancanza di ricambio generazionale” alla formazione professionale fino all’internazionalizzazione “per proiettare le imprese più vivaci e innovative sugli scenari dei mercati internazionali”.
E se da un lato CNA Abruzzo plaude lo sblocco di misure per l’abbattimento degli interessi passivi sui finanziamenti bancari contratti dalle micro imprese, frutto del “positivo rapporto instaurato con l’assessore alle attività produttive Tiziana Magnacca”, Calice indica un altro efficace strumento per risollevare le sorti delle piccole e micro imprese abruzzesi.
Riscrivere la legge regionale sull’artigianato “mai applicata sin qui da nessun governo”, che la stessa CNA è disposta a rivedere e aggiornare collaborando alla scrittura di un nuovo testo perché conclude il direttore generale Silvio Calice “è logico pensare che i risultati meno negativi sottolineati dalla CGIA di Mestre sia anche legato a misure più efficaci messe in campo dalle Regioni”
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