Una strategia delle Aree interne che serva ad avvicinare i cittadini dei piccoli Comuni d’Abruzzo “a quelli che sono gli elementi fondamentali e strutturali come la sanità, scuola, viabilità e sociale”. Con queste parole l’assessore regionale con delega alle Aree interne Mario Quaglieri definisce le linee programmatiche che la giunta Marsilio ha provveduto a definire e a finanziare “mettendo a disposizione un supporto tecnico e dirigenziale”.
Primo passo di un percorso destinato a ridurre il divario tra le popolazioni più fragili e le istituzioni, soprattutto nella provincia dell’Aquila, quella che presenta il maggior numero di Comuni inseriti nelle Aree interne. “Una provincia molto grande – come la definisce Quaglieri – con pochi abitanti distribuiti su un territorio molto vasto” per la quale è necessario attuare un’adeguata strategia che sia di supporto alla frammentazione del territorio.
Per una regione con 305 comuni di cui 139 municipalità nelle Aree interne, senza città metropolitane tranne forse Pescara e Montesilvano “che stanno crescendo in maniera importante” è fondamentale pensare a strategie che tengano in considerazione la “diversificata e ramificata distribuzione demografica” dell’intera regione. Perché scegliere di vivere in un piccolo paese deve essere gratificante, continua l’assessore Mario Quaglieri che rivendica quanto finora fatto dalla giunta Marsilio e dal suo assessorato che è riuscito “a spendere le risorse che Stato e Regione hanno messo a disposizione per le Aree interne”. Un politica attuata per non dover più costringere chi decide di vivere nelle Aree interne a “soffrire della mancanza di accessibilità alla sanità, all’istruzione o al sociale, e dunque a tutto quello che è Struttura-Stato”.
Leggendo l’articolo, l’assessore uscente Quaglieri ha blaterato il “niente”, nemmeno il “vago”. Parole buttate li per il “nulla”.
Quindi dopo 5 anni di niente, in prossimità delle elezioni regionali, la giunta regionale definisce “le linee programmatrice” per le aeree interne…
Che dire, ci sarebbe quasi da ridere.
Chi in queste aree vive, purtroppo non può trovarlo divertente.
E ci si rende conto, di fronte alle ennesime promesse in prossimità delle scadenze elettorali
di quanto sia triste, inefficace e improduttivo questo modo di intendere la politica.
Linee programmatiche…
Quindi ci sono voluti ben 5 anni per partorire delle linee programmatiche? Ma poi, dove sono illustrate nel concreto?
Certo che ci vuole una bella faccia tosta per pubblicare un post del genere…purtroppo sono così:
parlano del niente mistificando la realtà. Speriamo che la gente a Marzo apra gli occhi …