Apc, nuova mattinata senza elettricità. Continua l’odissea della biblioteca sulmonese

Nuovo giornata al buio e al freddo nella sede dell’APC di Sulmona. Il blackout che da ieri ha colpito la sede INPS in via Sardi è stato risolto solamente nel primo pomeriggio. Corrente elettrica, connessione Wi-Fi e riscaldamento sono tornati dalle 15:00 oggi, ma permane il disagio che ha investito per oltre 24 ore l’unica sede culturale aperta gratuitamente al pubblico.

In questi giorni è tornato in auge il discorso sull’apertura di un’aula studio intitolata a Carlo Tresca. Dall’iniziativa popolare, con la raccolta firme online partita la scorsa settimana, alla discussione in aula consiliare con un punto all’ordine del giorno presentato dalla consigliera Teresa Nannarone. La stessa consigliera d’opposizione ha rispolverato l’ipotesi di vagliare le carte che portarono alla chiusura dell’ex sede dell’APC: Palazzo Portoghesi.

“La verifiche post sisma non erano effettive – aveva dichiarato lunedì scorso durante l’ultima seduta del consiglio -. Alcune sono state annullate dal tar. Per questo chiedo di verificare se l’edificio sia inagibile o meno, dato che ci sono stati annullamenti dal Tar di altre ordinanze.”. Un invito che il sindaco Gianfranco Di Piero ha raccolto in parte, ricordando che lo stabile è di proprietà della Regione e non del Comune, ma invitando i consiglieri Antonietta La Porta e Vittorio Masci a verificare lo stato dell’arte data la loro appartenenza o vicinanza politica all’esecutivo regionale.

Era il 16 maggio 2017, quando con un provvedimento la Regione Abruzzo decretava la chiusura della sede di Palazzo Portoghesi, in piazza Venezuela. Toppo basso l’indice di vulnerabilità rilevato all’epoca dai tecnici incaricati. Le relazioni recitavano 0,26, coefficiente che non permette l’apertura al pubblico della palazzina. Sgombero immediato di testi e altro materiale, prima di chiudere con lucchetto e catene i cancelli d’ingresso. Doppia mandata con in sottofondo il brusio della contestazione del comitato AltreMenti. Segno di una fetta di cittadinanza che non vive in modo passivo le decisioni imposte dall’alto.

Si trasloca (dopo tre mesi di sospensione al servizio pubblico) in via Sardi, sotto gli uffici dell’INPS concessi in comodato d’uso, fino a quando il proprietario non verrà a batter cassa. Sarebbe dovuta essere una sede provvisoria. Giorni che si sono trasformati in settimane, che sono diventate mesi per poi essere anni. Eppure nel 2020, con un comunicato stampa pubblicato sul sito internet della Regione Abruzzo, Claudio Febbo aveva dichiarato che la Giunta Marsilio, citiamo, “lavora in maniera spedita affinché Palazzo Portoghesi di Sulmona torni ad essere, in tempi ragionevoli, sede dell’Agenzia Culturale attraverso la piena agibilità degli spazi culturali che contava una presenza costante di migliaia di utenti tra studenti, ricercatori, studiosi e associazioni”. Nella stessa pubblicazione, l’ex Assessore Regionale alla Cultura, aveva dichiarato che i lavori sulla struttura sarebbero stati vincolati alla vendita del Convitto “Manzoni” di Sulmona, divenuto proprietà della Regione.

Palazzina che negli ultimi quattro anni non ha suscitato l’interesse di nessun acquirente, e che tiene tutt’ora in stand-by l’ex del centro servizi culturali. Ma se sul piano degli interventi tutto resta immobile, la Regione si è mossa su quello amministrativo, declassando l’Apc di Sulmona nel 2020, accorpandola a quella di Avezzano. E menomale che tra i banchi della Regione di rappresentanti del territorio ce ne sono due: Antonietta La Porta e Marianna Scoccia, i cui frutti del proprio lavoro sull’Apc sulmonese non si sono visti. La storia recente, infatti, narra di una battaglia portata avanti dai cittadini per avere uno straccio di connessione Wi-Fi all’interno della struttura.

Tra ricorsi al difensore civico e risposte degli uffici regionali, si è riusciti ad ottenere una rete internet per la durata di dodici mesi. Una “gentile concessione” a tempo. Il resto è storia recente: dai cittadini percettori del reddito di cittadinanza all’interno dell’Apc che non hanno portato a nuove aperture pomeridiane al pubblico, fino alla targa “a forma di lapide” che decreta la permanenza lungo via Sardi per ancora molto tempo.

Al momento il tema della sede biliotecaria sulmonese non è stato toccato dalla campagna elettorale. I candidati peligni attenderanno i comizi. I cittadini attendono, da anni, i fatti. Acta non verba.

4 Commenti su "Apc, nuova mattinata senza elettricità. Continua l’odissea della biblioteca sulmonese"

  1. L'Ombra del vento | 25 Gennaio 2024 at 19:47 | Rispondi

    Le Consigliere Scoccia e La Porta si svegliassero…

  2. I banner di fratelli di Italia sul giornale che porta il nome (per fortuna solo quello) di quello fondato da Carlo Tresca. Già questo richiede una profonda riflessione, per non dire altro

    • Il banner di Fratelli d’Italia sul giornale che porta il nome di Tresca è segno di democrazia e pluralità. I banner sono a disposizione di chiunque voglia fare propaganda elettorale, si chiama par condicio ed è sinonimo di democrazia, oltre che obbligo di legge

  3. … fino ad ora non è stata toccata, ma da questo momento mister “ Prezzemolo” si farà sentire… eccome se si farà sentire… tempo poche ore e farà l’annuncio Urbi et Orbi.
    È meglio confidare in Teresa, che studiando bene quelle carte forse risolverà il rebus dell’ inagibilità… una struttura progettata e realizzata a cavallo degli anni ‘70 e ‘80, aperta al pubblico nel 1984.
    Quarant’anni, solo quarant’anni sono passati… e all’epoca nella Valle Peligna Vigeva la normativa sismica più restrittiva.

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