Apc, la manifestazione silenziosa. Giovani chiedono investimenti per la biblioteca

Una manifestazione silenziosa, nel rispetto del luogo di studio, lettura e ricerca. Gli utenti della Biblioteca “Giuseppe Capograssi”, nella semplicità della contestazione, questa mattina hanno fatto “sentire” la loro voce per investire sulla cultura e sul potenziamento dell’Apc sulmonese. “Biblioteca funzionante = più giovani”, si legge in uno dei cartelli colorati in mano ai manifestanti. A riempire i banchi da studio in via Sardi, infatti, sono proprio i giovanissimi. Quelli che dei libri ne fanno fondamenta di cemento per il proprio futuro. E non è un caso che a popolare i locali in comodato d’uso da parte dell’Inps siano proprio gli under trenta agli sgoccioli di agosto, con la sessione universitaria che incombe.

E di certo non farebbe male alla cultura avere l’unica biblioteca a Sulmona aperta tutti i pomeriggi, altra richiesta da parte dei giovani utenti. Problema annoso che solo la Regione Abruzzo può risolvere, tramite investimenti sotto la voce del “personale”. La Biblioteca “Capograssi”, infatti, è aperta tutte le mattine dal lunedì al venerdì, ma solo due volte a settimana assicura l’apertura durante il pomeriggio, e non oltre l’orario di chiusura, fissato alle 17:30. Ma le forze a disposizione sono poche e gli impiegati fanno quello che possono, rimasti orfani da luglio del capoufficio, trasferito ad Avezzano, e non ancora rimpiazzato.

Capita, poi, che al cronometro per terminare lo studio sopraggiungano gli inconvenienti. Come il guasto che nella mattinata di ieri ha causato il blackout nell’intera sede dell’Inps. Niente corrente elettrica, né collegamento Wi-Fi (per il quale è stata portata avanti una battaglia lunga un anno) almeno fino alle 11:30. Un cortocircuito che ha portato studenti e lettori ad abbandonare libri e soprattutto i pc, con dispense, slides e tesi di laurea da ultimare. Spenti anche i ventilatori, unici baluardi contro il caldo estivo perché, come lamenta l’utenza, dell’aria condizionata non vi è neanche l’ombra.

Il tutto in attesa di tornare “a casa”, in quella sede di Palazzo Portoghesi dimenticata un po’ da tutti. La risoluzione proposta da Massimo Verrecchia, e approvata dalla V Commissione lo scorso giugno, ha chiarito quali interventi di natura strutturale eseguire, ma non dove trovare i fondi per togliere i lucchetti alla struttura. Forse si spera ancora nella vendita dell’ex sede delle scuole di formazione professionale di via Mazzini per ricavare i soldi necessari per gli interventi.

“Partendo da una concetto semplice ma non banale – scrivono i giovani manifestanti -, da quando la biblioteca Giuseppe Capograssi ha riaperto si è creato un luogo di aggregazione giovanile culturale sano che ha contribuito all’integrazione e alla socializzazione dei giovani peligni. Poi, altro miglioramento notato è che da quando è stato inserito il Wi-Fi pubblico e l’aria condizionata, grazie alla richiesta dell’attivista della “Casa Di Vetro” Marco Alberico, le due aule della biblioteca si sono riempite sempre più, arrivando in questi ultimi giorni, fino a non trovare posto al mattino. A questo punto la domanda che dobbiamo porci noi cittadini attivi è: se i servizi funzionano, i giovani ne usufruiscono? La risposta è naturalmente sì, perché voglio sottolineare come questi servizi ai giovani non siano opzionali, ma obbligatori se vogliamo che siano parte attiva di questa città. Quindi, cosa chiediamo noi studenti alla politica e quindi alle autorità? Semplicemente alla Regione Abruzzo di incrementare gli orari di apertura della biblioteca in quanto adesso è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e solo il martedì e il giovedì anche dalle ore 15.00 alle ore 17.30. Nonostante il nostro sogno sarebbe che sia aperta con orario continuato dalle ore 8.00 alle ore 20.00 dal lunedì alla domenica, ci accontenteremmo che almeno aprisse dal lunedì al venerdì dalle ore 08.00 alle ore 19.00″.

“In conclusione – chiude la nota -, i giovani di questa Valle hanno dimostrato affollando queste aule che dove la politica manca, la cultura e quindi lo studio resistono sempre e che spero che le autorità riscontrino questa cosa e ci aiutino a non farli resistere solamente questi fattori ma a farli diventare i punti nevralgici da dove questa città possa ripartire. Noi giovani non vogliamo solo le notti bianche, ma luoghi sani dove poter stare insieme, studiare e socializzare. Per tale ragione, chiediamo anche un incontro all’Amministrazione comunale di Sulmona per discutere dell’apertura dell’Aula studio da dedicare a “Carlo Tresca”. Se i soldi ci sono per il divertimentificio, ci devono essere anche e soprattutto per la cultura. Volere è potere, più biblioteche meno spopolamento”.

1 Commento su "Apc, la manifestazione silenziosa. Giovani chiedono investimenti per la biblioteca"

  1. Spostiamo i Dipendenti del Centro per l’Impiego e il problema è risolto….

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