Anversa: botta e risposta. Il paese sempre più diviso

Continua il botta e risposta a suon di comunicati che da giorni vede coinvolti gli esponenti delle liste Concordia e Progresso e per Anversa domani dopo la revoca dell’assessore Massimiliano D’Alessandro dal suo incarico in giunta.

Proprio ieri Concordia e Progresso, lista di maggioranza alla guida del paese, aveva risposto al comunicato della minoranza sulle motivazioni che avrebbero spinto gli attuali amministratori a allontanare l’ex assessore; risposta che oggi spinge le liste di minoranza a smentire le numerose affermazioni definite “bizzarre” oltre che, in parte, offensive. A partire dalle parole “alcune considerazioni esposte dall’ingegnere D’Alessandro non corrispondono a quanto realmente accaduto”, approccio che, precisa il comunicato odierno, nasconde il chiaro intento “denigratorio per screditare l’avversario, usato anche per attribuire ad altri opinioni distorte in modo da renderli impopolari presso la cittadinanza”.

E all’accusa di aver riferito agli altri consiglieri “informazioni riguardanti atti preliminari allo studio degli uffici comunali e della giunta” l’ex assessore risponde riportando gli atti di pubblicità di quanto “riferito” per dimostrare che nessuna scorrettezza, né indiscrezione né di fuga di notizie si nascondeva dietro tali informazioni. E se di scorrettezza si vuole parlare questa andrebbe forse ricercata nella “mancanza di trasparenza e ritrosia” degli esponenti di maggioranza nel parlare a cittadini e consiglieri dell’eventuale addizionale IRPEF e di altri aumenti di tassazione, frutto di una “gestione distratta negli incassi e disinvolta nelle spese” con buona pace di residenti e proprietari di immobili.

Ma è sull’avverbio “inopinatamente” che l’odierno comunicato punta il dito a evidenziare la bizzaria di quanto affermato da Concordia e Progresso sul voto contrario espresso dai consiglieri di minoranza nei confronti delle due delibere, una relativa al DUP e una alla villetta comunale, oggetto di discordia. “Insofferenza nei confronti di ogni forma di dissenso” questo il reale significato dell’avverbio usato dalla maggioranza che evidentemente preferisce “la supina acquiescenza al democratico confronto”. Non può infatti definirsi inopinata la richiesta di una maggiore chiarezza su un documento di variazione al bilancio che parlando di “minori entrate, sopravvenute esigenze di spesa, crediti di dubbia esigibilità e perdite delle società partecipate”, lascia emergere criticità di cui, ancora una volta, nulla è stato detto né ai consiglieri né ai cittadini. E inopinata non appare nemmeno la contrarietà espressa nei confronti della cessione definitiva della parte più ampia della villetta comunale.

E se alla indignazione espressa per l’appellativo “affiliati” del sindaco usato dalla minoranza il comunicato di oggi risponde richiamando l’etimo della parola usata per indicare la comune appartenenza a una lista politica, ancor più decisa è la risposta alle false accuse rivolte a D’Alessandro di non aver partecipato alla gestione amministrativa del paese, “preferendo restare nella propria residenza romana o nella dimora nel paese”. Se da un lato appare infatti superfluo ricordare che l’ex assessore “ha regolarmente lavorato per il paese usando la tecnologia che oggi rende irrilevanti le distanze”, dall’altro si sottolinea che non solo quando era invitato ma anche quando non lo era D’Alessandro non ha mai fatto mancare la propria partecipazione ad eventi ed incontri importanti per la vita del paese; così come non ha mai rinunciato a “sporcarsi le mani” come i progetti, il ripristino di alcuni sentieri e i regolamenti su trasporto scolastico, servizio idrico e gestione TARI stanno a dimostrare.

Ma forse la colpa più grave dell’attuale maggioranza è quella di non aver compreso il vero significato del modello anversano: “Un modello avanzato di democrazia dove opinioni diverse si confrontano per il bene della comunità e dove chi amministra deve vedere i ‘non allineati’ non come nemici da isolare ma come persone da interpellare, ascoltare e coinvolgere”. Perché la diversità, soprattutto di pensiero, è una ricchezza, per la comunità e per chi la amministra.

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