E’ stato un altro fine settimana di “passione”: ieri sera, ma soprattutto l’altra sera, quando la puzza della discarica di Noce Mattei è arrivata fino a via Cappuccini e via Ancinale di Sulmona, travolgendo le Marane, Fonte d’Amore e fino alla Badia. “Un tanfo insopportabile – raccontano i residenti – probabilmente il caso più grave di quelli registrati quest’anno”. I residenti sono stati costretti sabato sera a chiudere porte e finestre dalle otto di sera fino all’una inoltrata, mentre pub e ristoranti non hanno potuto far altro che rientrare in fretta i coperti apparecchiati all’esterno e stipare la clientela dentro i locali.
I miasmi sono stati avvertiti anche ieri sera, sempre dalle otto in poi, ma questa volta meno estesi, concentrati soprattutto in via Cappuccini. A preoccupare è stato poi un incendio di sterpaglie in via Ancinale che ha alzato una nube di fumo, che ha fatto temere ad un rogo di rifiuti. Ipotesi poi smentita, ma che fa capire come ormai i nervi siano a fior di pelle. Che qualcosa non va, che non tutto quello che accade è stato detto, ne è convinto il comitato discarica che, d’altronde, qualche giorno fa ha presentato un esposto alla procura per venire a capo di un problema che sta rovinando la qualità della vita di centinaia di persone.
E non convince, soprattutto, la tesi dell’umido stoccato per troppo tempo, come sostenuto dall’amministratore di Cogesa, Vincenzo Margiotta, perchè, d’altronde, per stessa ammissione della società di gestione dei rifiuti, quest’anno il conferimento dell’umido è stato molto al di sotto di quello dello scorso anno: 192 tonnellate al mese, anziché le 236 della scorsa estate. E comunque, se fosse davvero il problema dell’organico stoccato, c’è da aspettarsi a partire dalla prossima settimana un peggioramento della situazione, essendo quella di oggi l’ultima raccolta del lunedì per i mastelli dell’umido e non essendoci in vista, come annunciato da Margiotta, soluzioni alternative in quel di Navelli.
“Non se ne può più – sottolinea il portavoce del comitato, Gennaro Carugno – abbiamo chiesto alle autorità di verificare cosa sta accadendo, contestando i controlli fatti dal Asl e Arta e chiedendo che fine abbiano fatto i fondi destinati alla mitigazione e al ripristino ambientale delle frazioni che sopportano la discarica sul proprio territorio”.
Una schifezza totale. E si riparla dei rifiuti di Roma in Abruzzo. Potevano dire direttamente a Sulmona. Accettano l’immondizia di mezza Italia, chi ci guadagna? I cittadini no di sicuro, ne subiscono la puzza e sicuramente qualche conseguenza dal punto di vista sanitario ci sarà. Il principio dovrebbe essere: ognuno pensi ai suoi rifiuti. Il Comune di Sulmona, che dice?
Chiamate asl e arta