I balneatori propongono di utilizzare le spiagge libere per arginare i danni all’economia che verrebbero dall’applicazione della direttiva Bolkestein e gli ambientalisti scendono in trincea e rilanciano: “Bisogna approfittare delle gare per rinaturalizzare con le dune tratti di litorale oggi occupati da concessioni, anche per contrastare l’erosione”.
Muro contro muro, insomma, sulla proposta avanzata dalle associazioni di balneari che andrebbero in alcuni casi addirittura a interessare aree protette come il Borsacchio, Cerrano e Marina di Vasto.
“La biodiversità costiera ha già subito pesantissimi danni dall’occupazione quasi ininterrotta del litorale per costruirci stabilimenti di ogni grandezza, sorti spianando dune con habitat e piante ormai rarissimi” commenta Massimo Pellegrini, presidente della Stazione ornitologica abruzzese. “Le poche spiagge libere rimaste sono spesso l’unico luogo dove alcune specie sopravvivono in interi comuni, mentre le aree protette – aggiunge Stefano Alleva della Lipu – sono gli ultimi tratti che presentano un minimo di naturalità in un paesaggio altrimenti cementificato. Ci batteremo in ogni sede affinché non si usino queste aree per il rilascio di nuove concessioni. Anzi, le gare devono essere l’occasione per rinaturalizzare alcuni tratti di litorale oggi occupati dalle strutture balneari facendo ricolonizzare questi siti da piante e animali. Le dune difendono molto meglio il litorale dall’erosione e costituiscono un sicuro richiamo per un turismo più rispettoso dei valori ambientali”.
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